ROMA (WSI) – Decreto dignità bloccato, reddito di cittadinanza rinviato a data da definirsi. Arrivano i primi grandi problemi per il nuovo governo giallo-verde che dopo le promesse fatte in campagna elettorale devo scontrarsi con una dura realtà.
Realizzare le misure annunciate non è poi così facile. L’esempio arriva dal decreto dignità che ha subito una battuta d’arresto. Il provvedimento annunciato dal ministro del lavoro Luigi Di Maio contenente la stretta sui contratti a termine, le multe per chi delocalizza, lo stop allo spesometro e allo split payment, sarà varato all’inizio della prossima settimana.
Molto probabilmente lunedì dice il ministro per i Rapporti per il Parlamento Riccardo Fraccaro intervistato a Skytg24. Il via libera era atteso giovedì nel Consiglio dei Ministri ma non c’è stato. Di Maio si era affrettato a dire che era un problema burocratico – “Sta facendo il giro delle sette chiese” – e oggi si scopre che il governo deve fare i conti non solo con problemi di coperture per attuare i suoi provvedimenti promessi ma anche con le lobby. ConfCommercio, Confesercenti e Confindustria hanno bocciato l’irrigidimento del mercato del lavoro voluto da Di Maio nel suo provvedimento tanto che Carlo Sangalli parla di un ritorno al passato sui contratti a termine.
Passando all’altro cavallo di battaglia del governo giallo-verde, la flat tax si scopre che tanto piatta. A tal proposito Fraccaro sottolinea:
“Si cercherà di abbassare per tutti la tassazione ma con le detrazioni cercheremo di renderla equa (..-.) Abbiamo bisogno di margini di manovra che utilizzeremo per fare reddito di cittadinanza e flat tax”.
Sul tema è intervenuto oggi anche il ministro degli Interni Matteo Salvini:
“Mi piacerebbe dare un primo segnale concreto per partite Iva e professioni nel 2018, poi pensare alle famiglie: non possiamo fare tutto subito ma vorrei che il contratto non fosse un libro dei sogni, piano pezzo per pezzo, dalla Fornero alla scuola voglia applicarlo”: