Rinviata a settembre la riforma del copyright. Nella seduta plenaria il Parlamento europeo ha votato contro l’avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva per la riforma del copyright e il testo è rinviato alla prossima sessione plenaria di Strasburgo a settembre.
I punti critici della riforma sul copyright
Una riforma della discordia quella a cui sta lavorando l’Ue che mira al controllo dei contenuti on line. In particolare gli osservatori puntano il dito contro due norme del testo, gli articoli 11 e 13 che, a loro dire minano la libera circolazione delle informazioni sulla rete. In particolare l’articolo 11 introduce una sorta di tassa per i link, per far pagare a colossi come Google e Facebook la possibilità di linkare i siti di notizie. Nella sostanza Google & Co dovrebbero accordarsi con gli editori e autori pagando loro una cifra annuale. L’articolo 13 però è quello più criticato perché impone, come segnalano i detrattori della riforma, un controllo preventivo dei contenuti che andranno on line. Come? Con una sorta di funzione di riconoscimento automatico di video, che verifica se siano stati caricati contenuti protetti da copyright e su cui non si hanno diritti.
I critici e i sostenitori
I sostenitori della riforma plaudono all’iniziativa che a loro dire aumenterebbero le tutele dei diritti di produttori di contenuti. I detrattori invece parlano di un vero e proprio bavaglio messo alla rete. In segno di protesta contro la direttiva Ue sul copyright, Wikipedia ha deciso di oscurare le sue pagine in Italia, Spagna, Estonia e Lettonia. Secondo l’enciclopedia on line Wikipedia le nuove leggi sono pericolose per la libera circolazione dei contenuti su Internet e rischiano di favorire i grandi gruppi media.
Ma dall’altra parte a schierarsi a favore della riforma il mondo culturale: una lista di oltre 1.300 rappresentanti dell’industria creativa e culturale europea, dalle associazioni di autori, giornalisti e musicisti sino a editori, produttori cinematografici e tv dei 28, tra cui per l’Italia anche Anica, Siae, Confindustria Radio Televisioni, Pim hanno lanciato un appello al Parlamento affinché non blocchi la riforma. Tra questi sir Paul McCartney.
La posizione dell’Italia
E l’Italia? Il governo giallo-verde si è mostrato compatto. Luigi Di Maio parla di “un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa cambia: il Parlamento ha smonto l’impianto della direttiva bavaglio”. Gli fa eco Matteo Salvini:
“Oggi il Parlamento europeo potrebbe imporre nuove barriere, filtri e restrizioni alla rete, cercando di imbavagliare noi, ma soprattutto voi! Viva Internet libero! E pieno supporto a Wikipedia per l’azione di forza”.
Parlano di falsità che circolano in questi giorni sulla riforma Ue del copyright da parte del governo, gli eurodeputati del Pd. Per Francesco Boccia, ex presidente della Commissione Bilancio per il Pd:
“Si tratta di un segnale di civiltà che serve a tutelare gli utenti. Chi come Lega e M5S grida al bavaglio in realtà si schiera con chi fa soldi a palate grazie alla concorrenza sleale e poi magari mette i soldi nei paradisi fiscali”.