Da ormai tre settimane i trader e gli analisti più attenti hanno iniziato a notare una correlazione tra il prezzo del Bitcoin e quello dei metalli preziosi, tra cui il bene rifugio per eccellenza, l’oro.
Le quotazioni del Bitcoin e dell’oro si stanno comportando in maniera a tutti gli effetti speculare dal 26 giugno. Nel periodo preso in esame entrambi gli asset hanno perso terreno e ne hanno guadagnato nello stesso momento. È il segnale di una possibile correlazione e del fatto che il bitcoin venga ritenuto da qualche tempo anch’esso un bene rifugio.
In un intervento alla testata Crypto Briefing, Mati Greenspan, senior market analyst di eToro, ha sottolineato di aver incominciato a notare il rapporto stretto tra i due asset durante l’ultimo ciclo ribassista.
Cosi come il Bitcoin, anche il mercato dei metalli preziosi attraversa una fase di stanca. Greenspan osserva come nella stessa settimana in cui il bitcoin è calato sotto la soglia dei 6mila dollari, considerato livello tecnico chiave, l’oro ha toccato i minimi pluriennali in area 1.250 dollari l’oncia. È successo lo scorso 3 luglio.
Sempre la settimana scorsa, ma qualche seduta più in là, entrambi gli attivi finanziari hanno iniziato a riprendere forza, prima di subire una nuova battuta d’arresto negli scambi odierni.
Ovviamente “potrebbe trattarsi di una coincidenza“, spiega sempre Greenspan. Anche perché “le ricerche di mercato effettuate in precedenza sono arrivate alla conclusione che non c’è un rapporto particolare tra il bitcoin e i metalli preziosi e ancora noi non abbiamo trovato una spiegazione plausibile” agli ultimi movimenti di prezzo. Detto questo, è assolutamente “un fenomeno da evidenziare”, da tenere d’occhio e da non sottovalutare.
Bitcoin, per eToro si può usare come riserva di valore
Il Bitcoin, valuta digitale che corre sulla promettente tecnologia blockchain, viene ritenuto da alcuni dei suoi fautori un asset “rifugio” al pari dell’oro, che se comprato permetterebbe di custodire e conservare valore sul lungo termine, nonostante le forti oscillazioni di prezzo che subisce per via di un mercato non abbastanza liquido.
Se da un lato l’oro viene considerato universalmente un asset rifugio, il Bitcoin deve ancora guadagnarsi una simile nomea. Un contesto di tassi e rendimenti zero dopo lo scoppio della crisi subprime, ha portato il valore dell’oro a raddoppiare, per via della domanda crescente di attivi finanziari in grado di assicurare stabilità e un bene rifugio per il futuro.
Il Bitcoin condivide delle caratteristiche con il metallo prezioso per eccellenza. Ad esempio, al contrario delle monete fiat o di altre criptovalute, non c’è una organizzazione centrale che manipola o controlla il suo valore: dipende in toto dal valore che il mercato decide di assegnargli.
Un report preparato da eToro e dall’Imperial College London sostiene che le crypto come il Bitcoin costituisce una riserva di valore al pari dell’oro, perché permettono agli utenti di “fare delle scelte non legate a fattori temporali su quando usare il proprio potere d’acquisto”. Ma la banca delle banche centrali, la Bank of International Settlements, sostiene invece che il valore della criptovaluta con la maggiore capitalizzazione al mondo sia “artificiale e non posi su basi solide” a livello di fondamentali.
Alcuni paesi che non hanno monete fiat stabili come il Venezuela, l’Iran e lo Zimbabwe, hanno riscontrato un boom di domanda per il Bitcoin. In Afghanistan, dove la divisa statale non ha mai veramente rappresentato un mezzo di scambio affidabile ed efficace, l’interesse nella criptovaluta è aumentato nettamente.