Italia ancora fanalino di coda in Europa. A dirlo le previsioni estive della Commissione Ue che rivedono al ribasso le stime sul Pil nostrano: dall’1,5% di maggio all’1,3% nel 2018 e dall’1,2 all’1,1% nel 2019.
“Sebbene l’economia italiana sia cresciuta di 0,3% nel primo trimestre 2018, solo poco meno del trimestre precedente, non è completamente sfuggita alla generale perdita di slancio delle economie avanzate, quindi l’attuale ripresa dovrebbe indebolirsi ma proseguire al di sopra del potenziale”.
Una situazione non certo idilliaca per l’Italia che dovrà fare i conti poi l’anno prossimo con la fine della politica monetaria espansiva adottata dalla Bce con il programma di Quantitive easing. In particolare la Commissione parla di una crescita resiliente dell’Italia. Un contesto interno sfavorevole a cui si aggiungono i rischi connessi alla guerra commerciale intrapresa dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“La leggera revisione al ribasso della previsione rispetto alla primavera riflette l’impatto sulla fiducia delle tensioni commerciali e dell’incertezza politica nonché l’aumento dei prezzi dell’energia. Prevediamo che l’espansione continui nel 2018 e nel 2019, sebbene un’ulteriore escalation delle misure protezionistiche costituisca chiaramente un rischio di revisione al ribasso. Ricordiamoci che nelle guerre commerciali non ci sono vincitori, solo vittime”.
Così il commissario ue Pierre Mosocovici. Ma come ha reagito il ministro dell’economia Tria? Ha incontrato il numero due della Commissione, Valdis Dombrovskis e al termine del faccia a faccia ha rassicurato: non ci sarà alcuna manovra bis. Alla domanda se ci sarà un aggiustamento del deficit in termini strutturali come chiesto da Bruxelles (pari allo 0,6% del Pil, poco più di 10 miliardi di euro) Tria difatti ha risposto:
“Nel 2018 nulla cambia, mentre nel 2019 non ci sarà sicuramente un peggioramento strutturale, come ho già detto in Parlamento, quindi restiamo almeno stabili (…) Certo, è sempre bene essere ambiziosi ma questo dipende dall’andamento dell’economia che come sappiamo non sta andando molto bene a livello europeo e l’Italia segue. In ogni caso non e’ che l’Italia non riesce a fare un aggiustamento nel 2018 e nel 2019, si può fare tutto, il problema e’ che in un momento di rallentamento economico non si possono fare aggiustamenti troppo forti che rischiano di essere prociclici, accentuando il rallentamento in corso”.