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USA: LA BOLLA NON SCOPPIA PER LE PAGHE DEI CEO

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Se l’economia statunitense stenta a riprendersi dopo la recessione del 2001, la colpa – secondo il ritornello di analisti ed esperti – è, immancabilmente, dello scoppio della bolla tecnologica gonfiatasi negli anni ’90. Eppure, sui ponti di comando della Corporate America, non sembrano tanti quelli che se sono accorti: almeno a giudicare dagli stipendi degli amministratori delegati.

A sottolinearlo e’ una ricerca condotta dal quotidiano Usa Today, in base al quale – nonostante gli scandali finanziari e le difficoltà del 2002 – i numeri uno delle società continuano ad intascare, tra salario regolare e bonus, più o meno quanto ai tempi d’oro della nuova economia.

Gli amministratori delegati delle prime cento aziende statunitensi hanno guadagnato, in media, 33,4 milioni di dollari – più o meno come nel 2001 – mentre i bonus ricevuti sono aumentati del 15%, rispetto al 3,2% dei quadri e degli altri manager. Più del 90% dei ‘boss’ ha ricevuto nuove stock option per un potenziale medio di 23,2 milioni di dollari mentre il 36% ha ricevuto anche titoli azionari ristretti (più sicuri delle stock option) per un valore medio di 2,9 milioni di dollari. Nonostante le battute d’arresto dell’ultimo anno, infine, un terzo degli amministratori delegati ha portato a casa più di 50 milioni di dollari sempre tra bonus e stipendio.

Ai vertici, il quotidiano statunitense ha piazzato Jeffrey Barbakow, guida di Tenet Healthcare, con una paga 2002 pari a 116,4 milioni di dollari, Michaell Dell di Dell Computer con 82,3 milioni di dollari e Scott McNealy, di Sun Microsystems con 25,8 milioni di dollari. Il tutto, senza includere il calcolo potenziale delle stock-option.