Pace fatta tra Stati Uniti e Ue. Contro ogni aspettativa, l’incontro tra il presidente Usa, Donald Trump, e il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker si è concluso con l’auspicio migliore, ovvero quello di azzerare tutte le barriere doganali.
“È un grande giorno” hanno annunciato Trump e Juncker dal giardino della Casa Bianca, spiegando che che d’ora in poi si lavorerà insieme per trovare nuovi accordi. “L’obiettivo è zero tariffe, zero barriere commerciali, zero sussidi su beni industriali che non siano le auto“.
Trump ha detto inoltre che l’accordo raggiunto con Juncker include un aumento delle esportazioni di gas naturale liquefatto americano verso l’Europa e ha aggiunto che entrambe le parti sono intenzionate a risolvere la controversia riguardante l’imposizione reciproca di dazi doganali decisa lo scorso giugno.
L’accordo, hanno scritto alcuni osservatori, dovrebbe, a meno di nuove girandole, ridurre il rischio di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, rischio che sembrava piuttosto concreto nelle ultime settimane.
Visibilmente soddisfatto Juncker, che è riuscito li’ dove non erano riusciti Angela Merkel ed Emmanuel Macron:
“Ero venuto qui per trovare un’intesa e l’abbiamo trovata”, ha affermato.
Eppure la vigilia era stata densa di nubi. Il presidente americano, pur auspicando un accordo, a poche ore dal meeting aveva aveva rilanciato la sua sfida:
“Un’intesa si’, ma che sia equa per tutti”. Altrimenti – aveva svelato il Washington Post – sono già pronti i temuti dazi del 25% sulle auto che il presidente americano potrebbe far scattare entro la fine dell’anno.
Che il clima prima dell’incontro non fosse disteso lo si era letto nei volti dei due leader. Del resto non molto tempo fa Trump, che ora ha definito il presidente della Commissione Ue “un uomo molto intelligente ma anche molto duro”, lo aveva etichettato come “un killer”, parlando dell’Unione europea addirittura come di “un nemico per gli Stati Uniti”.
Juncker non ha dimenticato quelle parole, e davanti alle telecamere ha ricordato al tycoon che Europa e America sono “alleati, non nemici”.
“Dobbiamo parlare tra noi, dobbiamo lavorare insieme”, ha incalzato il capo dell’esecutivo europeo, mandando un chiaro messaggio all’inquilino della Casa Bianca: azioni unilaterali sui dazi non possono che portare a un’escalation che non fa bene a nessuno, neanche all’economia e ai lavoratori americani.
Juncker ha infine detto di condividere l’idea del “presidente Trump sulla necessità di cambiare molto” nella situazione commerciale mondiale perche’ “c’è sovracapacità nel settore siderurgico a livello globale che continua a danneggiare i nostri lavoratori: la sovracapacità cinese nell’acciaio è esattamente il doppio del totale della capacità produttiva europea”.