Passo indietro dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, che ha annunciato oggi di aver lasciato l’incarico. La decisione è arrivata dopo che ieri il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha chiesto la revoca di tutto il cda.
Un blitz motivato non solo da una questione etica per il rinvio a giudizio di Mazzoncini per truffa nell’ambito del processo Umbria Mobilità, ma anche perché è in sospeso un bilancio che, se approvato, avrebbe dato un’ulteriore spinta verso la fusione tra Anas e Fs che Luigi Di Maio e Danilo Toninelli intendono riconsiderare.
“Dopo poco meno di tre anni, a seguito della decisione del nuovo governo di applicare lo spoil system, lascio l’incarico di ad di Ferrovie dello Stato Italiane“, ha scritto Mazzoncini in un messaggio inviato a tutti i dipendenti del gruppo, aggiungendo che “per chi come me ha il trasporto pubblico nel sangue non è difficile raccontare il privilegio e l’esperienza di arrivare a 47 anni alla guida di questa straordinaria azienda del Paese e di farla crescere come mai prima d’ora”.
L’improvvisa accelerazione sul cambio del cda rimette in discussione la fusione con Anas che a questo punto potrebbe arrestarsi.
“Siamo il governo del cambiamento e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico”, ha scritto ieri Toninelli. “Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la ‘cura del ferro’ ha un ruolo fondamentale“.
È intanto già partito il totonomine. Per il successore dell’a.d. uscente Renato Mazzoncini i candidati non mancano. I nomi in ballo sarebbero quelli di Giuseppe Bonomi (ex a.d. di Sea) e Massimo Sarmi (ex a.d. di Poste) ma nella lista ci sarebbe anche l’attuale a.d. di RFI Maurizio Gentile.