Fumata nera a Bruxelles per quanto riguarda la trattativa con Londra per la Brexit. L’UE difatti respinge il piano presentato da Theresa May in merito ai servizi finanziari.
In particolare i legislatori dell’Unione europea hanno respinto la posizione negoziale del Regno Unito sulla governance dell’accesso delle imprese di servizi finanziari britanniche ai mercati europei, in quanto la proposta metterebbe a repentaglio l'”autonomia decisionale” del blocco Ue. Il Libro bianco britannico parla di piani per espandere il cosiddetto modello dell’equivalenza, un sistema che l’Ue ha in vigore con altri Paesi (tra cui Usa e Singapore) per semplificare loro l’accesso all’Unione. Rivolgendosi ai ministri degli Affari europei, il capo negoziatore dell’UE Michel Barnier ha respinto la proposta del primo ministro Theresa May, spiegando che essa violerebbe il principio secondo cui i diritti di accesso al mercato dei servizi finanziari del blocco sono un dono di Bruxelles che può essere liberamente ritirato, secondo il trattato sulla liberalizzazione dei mercati finanziari.
Barnier ha dichiarato che il piano è incompatibile con la posizione dell’UE secondo cui le decisioni in materia di equivalenza devono essere prese unilateralmente da Bruxelles e equivarrebbero a un “sistema di equivalenza generalizzata che in realtà sarebbe gestito congiuntamente dall’UE e dal Regno Unito”. Il Libro bianco della May aveva chiesto che l’equivalenza fosse “ampliata”, spiegando che “non era sufficiente trattare con un paese terzo i cui mercati finanziari sono strettamente interconnessi con quelli dell’UE quanto quelli del Regno Unito”.
Il modello proponeva un sistema di governance congiunta e una “salvaguardia dei diritti acquisiti”, evitando in tal modo che l’accesso del Regno Unito al mercato UE dei servizi finanziari potesse essere facilmente cancellato. Dopo l’incontro, Barnier ha detto ai giornalisti che l’UE non avrebbe respinto le proposte del Regno Unito, aggiungendo che Bruxelles si sarebbe impegnata “in modo costruttivo” con loro.
L’Ue non ha infatti alcuna intenzione di delegare «regole sulle dogane, la raccolta dell’Iva e delle accise a un Paese non membro che non è soggetto alle strutture della governance europea», ha scandito Barnier.