Il New York Stock Exchange ha abbandonato il progetto per la realizzazione di una seconda piazza di negoziazioni in quanto “troppo caro, in un contesto economico oltretutto molto difficile”, come ha notato il presidente del Nyse Richard Grasso. Il Big Board aveva cominciato a fare un pensiero su una possibile seconda sede, oltre a quella storica a Wall Street, subito dopo l’ 11 settembre, in modo da avere un’ alternativa in caso di emergenza. Abbandonata l’ idea di una seconda casa, il Nyse si è comunque orientato su una sede di riserva, in una località non precisata, che in caso di emergenza può essere allestita in 36 ore. Il Nyse, che rimase chiuso per quattro giorni dopo l’ attentato alle Torri gemelle, ha dichiarato di aver speso 25 milioni di dollari per lo spazio alternativo di 60.000 metri quadri. Le società di brokeraggio che operano al Nyse hanno registrato lo scorso anno un calo del 35% rispetto al 2000, ovvero 100 miliardi di dollari, a quota 130 miliardi. “Il business delle ipo è virtualmente inesistente” – ha osservato Grasso. All’inizio dell’ anno il Nyse aveva già abbandonato un progetto, caldeggiato per otto anni, di allargare gli spazi all’ interno della sua attuale sede a Manhattan.