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Stati Uniti sanzionano la Turchia: borsa pesante, lira aggiorna minimi storici

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Le vendite travolgono i mercati finanziari turchi e mentre la lira aggiorna ai minimi storici all’indomani della decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro due ministri del governo di Erdogan, rispettivamente della Giustizia e degli Interni, ritenuti responsabili diretti della detenzione del pastore americano Andrew Brunson.

Intorno alle 13, la borsa di Istanbul registra cali superiori al 2% mentre la lira segna ribasso dell’1,5% e ora occorrono 5,06 lire per un dollaro americano, nuovo minimo storico.

Secondo quanto comunicato ieri dal Tesoro degli Stati Uniti, il pastore è stato arrestato a Izmir nell’ottobre del 2016 con l’accusa di spionaggio e aiuto a organizzazioni terroristiche ed è detenuto da allora senza alcuna prova a suo carico.

Il Tesoro americao ha dunque deciso di congelare qualsiasi asset detenuto negli Usa da Abdulhamit Gul, ministro della Giustizia e Suleyman Soylu, ministro degli Interni, e di vietare ai cittadini americani di effettuare transazioni con i due ministri in questione.

La decisione americana rappresenta un altro duro colpo per un’economia già in forte difficoltà. Il Paese è alle prese con un’inflazione che in luglio dovrebbe essere salita del 16,3% (il dato è in calendario domani) e una lira che ha ceduto il 25% del suo valore dall’inizio dell’anno.

A fronte di un’inflazione in continuo aumento, la banca centrale turca ha dovuto alzare i tassi di interesse di 500 punti nel corso degli ultimi mesi portando i tassi di rinanziamento all’attuale livello del 17,75%. E secondo gli analisti nuove strette sono in previsione.