Sarebbe l’Europa, con la sua “intransigenza”, a spingere il Regno Unito verso un’uscita dal blocco comunitario senza nessun accordo: è questa l’opinione del Segretario britannico al commercio internazionale, Liam Fox, che in un’intervista rilasciata al Sunday Times ha dichiarato che le probabilità di una no-deal Brexit sono ormai 60 contro 40. La responsabilità di questo scenario sarebbe da attribuire in primo luogo al capo dei negoziati per l’Ue, Michel Barnier.
“Penso che l’intransigenza della Commissione Ue ci stia spingendo verso l’uscita senza accordo”, ha dichiarato, “se l’Ue decide che l’ossessione teologica dei non eletti debba avere la priorità sul benessere del popolo europeo allora è una Brexit dei burocrati e non una Brexit del popolo”. Il tempo per concordare con l’Ue l’assetto dei nuovi rapporti fra Regno Unito e il blocco europeo è poco: il recesso diverrà esecutivo, in ogni caso, il 29 marzo 2019. La no-deal Brexit condurrebbe il Regno Unito nel territorio dei Paesi che si rapportano con l’Ue nel quadro generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, segna trarre i benefici degli accordi commerciali “privilegiati” in termini, ad esempio, di riduzione reciproca dei dazi sui prodotti importati.
Le affermazioni di Fox hanno guidato un deprezzamento della sterlina sull’euro, la quale ha toccato i minimi dal 4 settembre a quota 1,2956.
“Spetta all’Ue27 determinare se desidera il mantenimento della purezza ideologica della Commissione Ue alle spese delle economie reali”, ha aggiunto Fox. L’esecutivo comunitario, infatti, non intende cedere a trattamenti di favore quali l’accettazione del controllo sull’ingresso delle persone (priorità politica dei pro-Brexit nella campagna referendaria) unito all’accesso al mercato unico.
L’uscita del Regno Unito dal mercato unico, sebbene con impatti diversi, ridurrebbe il volume degli scambi commerciali danneggiando tutte le parti.