Società

I soldi per l’Africa al cognato di Renzi

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Era il 2016 quando “La Nazione” rese nota l’inchiesta, a sua volta nata da segnalazioni di movimenti bancari anomali da parte di Bankitalia, oltre che dalle perplessità esposte da Monika Jephcott, l’allora direttrice di Play Therapy ltf Londra.

Play Therapy aveva ricevuto circa 10 milioni di dollari di donazioni provenienti da Fondazione Pulitzer (più o meno 5,5 milioni di dollari tra il 2009 ed il 2016, transitati dalla onlus Operation Usa), Unicef (circa 3,8 milioni di dollari tra il 2008 ed il 2013) ed altre onlus americane ed australiane (900 mila dollari dalle ong Mobility Without Barriers Foundation, Avsi, Australian High Commission, Fxb, Oak, France Volontaires e Undp) che dovevano servire a finanziare attività a scopo benefico destinate ai bambini africani.

Quanto emerge dalla procura di Firenze però indica che quei soldi, in realtà, non finivano Burundi, Sierra leone o Eritrea, bensì venivano girati nei conti bancari del cognato di Renzi, Andrea Conticini (sposato con la sorella di Renzi, Matilde), e dei fratelli Alessandro e Luca.

Stando a quello che riportano “Il Fatto Quotidiano” e “Dagospia”, su un totale di circa 10 milioni di dollari, ne sarebbe stati “prelevati” 6,6 milioni.

I pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno ricostruito l’entità ed i giri delle somme in base alle rogatorie internazionali: l’accusa è di riciclaggio; per i fratelli Alessandro e Luca vi è anche quella di appropriazione indebita aggravata.

I soldi sarebbero stati dirottarti, prima, su conti personali e, poi, investiti in immobili in Portogallo (1,9 milioni di euro) ed in altri Paesi esteri (un prestito obbligazionario da 798.000 euro dalla società Red Friar Private Equity Limited Guernsey).

Come previsto dalla riforma Orlando, il reato di appropriazione indebita è procedibile solo per querela delle parti offese, quindi la procura ha dovuto fare una rogatoria verso le parte offese spiegando la situazione e dicendo che, senza una loro denuncia, il procedimento non potrà andare avanti diventando quindi di fatto carta straccia.

Ad ogni modo, la somma di 6,6 milioni di euro secondo i pm è esagerata per i compensi e le spese sostenute da Alessandro Conticini nei confronti dell Play Therapy Africa; dunque gli accertamenti sono andati in profondità ed avrebbero portato alla luce che parte di questi soldi sarebbero finiti a tre società renziane: la Eventi6 di Rignano avrebbe ricevuto 133.900 euro, la Quality Press Italia 129.900 euro e la Dot Mediadi Firenze (che organizzava la Leopolda) oltre i 4.000 euro.

I tre fratelli avevano ricevuto dalla procura la notifica dell’invito a comparire presso gli uffici dei pm di Firenze il giorno 14 giugno 2018, ma nessuno di loro si è presentato.

Dal canto loro, per voce dell’avvocato Federico Bagattini, i fratelli Conticini dicono di essere stati loro a chiedere di comparire davanti ai pm ma che questa richiesta gli è stata negata.

Infine, Renzi stesso, dichiara tramite una nota del suo ufficio stampa di “voler procedere in sede civile e penale contro chiunque accosti il suo nome a una vicenda giudiziaria che da due anni ciclicamente viene rilanciata sulla stampa e che riguarderebbe un fratello del marito di una sorella di Renzi. I processi si fanno in aula, non sui media. Al termine del processo si fanno le sentenze. E le sentenze si rispettano. Anche quelle sui risarcimenti”.