Quando il razzismo non fa notizia.
Era febbraio quando Cyril Ramaphosa, agli inizi del suo mandato alla guida del Sudafrica, promise di attuare una redistribuzione delle proprietà terriere, affinché queste passassero nelle mani degli agricoltori di colore.
Ora il governo, appunto guidato da Ramaphosa, è pronto ad introdurre nella costituzione sudafricana l’emendamento prevedente l’esproprio dei terreni ai contadini bianchi boeri, discendenti dei coloni olandesi, senza alcun indennizzo.
È stato infatti chiesto al CNA (Congresso Nazionale Africano, ovvero il partito più importante del Paese) di dare il via libera all’iter legislativo che porterà alla confisca dei terreni.
Più precisamente, Ramaphosa si è espresso così:
“Il CNA attraverso il processo legislativo parlamentare completerà l’emendamento proposto in costituzione per delineare più chiaramente le condizioni alle quali l’espropriazione di terreni senza indennizzi può essere eseguita”.
Alla fine degli anni ’90 una cosa simile era già successa nello Zimbabwe di Mugabe; in quella occasione l’espropriazione avvenne senza compensazione alcuna ma portò risultati decisamente negativi, in quanto vi fu un crollo della produzione agricola dovuta alla carenza di specializzazione da parte dei contadini di colore.
Lo Zimbabwe era chiamato “il granaio dell’Africa meridionale” proprio grazie alla peculiare caratteristica di esportatore netto di derrate alimentari, ma dopo la mossa politica si trasformò in importatore dovendo inoltre ricorrere agli aiuti del programma alimentare mondiale per sopravvivere.
Ad oggi, i contadini boeri del Sudafrica detengono il 72% delle terre e un’operazione analoga a quella di Mugabe potrebbe facilmente portare agli stessi problematici risultati economici.
Oltre al lato economico, però, vi è una più importante questione legata ai diritti umani.
Come se non bastasse, i contadini boeri sono spesso vittime di violenti attacchi e persecuzioni che non di rado portano all’omicidio dei malcapitati. Stando ai dati pubblicati dal gruppo per i diritti civili “Afriforum”, solamente lo scorso anno la minoranza bianca di afrikaner ha subito 423 aggressioni e 82 omicidi, mentre dall’inizio di quest’anno si sono verificati già 109 attacchi e 15 omicidi.
Come riporta il giornalista Cesare Sacchetti su “La cruna dell’ago”, lo scorso mese il ministro australiano per gli affari interni, Peter Dutton, aveva offerto visti di emergenza ai contadini boeri; questo suscitò un forte malcontento in Julius Malema, capo dell’opposizione sudafricana dei combattenti economici per la libertà, che aveva accusato di razzismo l’Australia per questa sua decisione.
I boeri, davvero allarmati per la situazione, avevano chiesto aiuto anche alla Russia: una delegazione di 30 famiglie si è recata in visita a questo proposito nella regione di Stavropol, la quale potrebbe concedere loro nel giro di poco tempo dei vasti appezzamenti di terra non coltivata, sfruttando così la loro professionalità agricola.
In ultima battuta, a risultare assordante è il sostanziale silenzio delle testate giornalistiche o televisive, che non si sono preoccupate di lanciare l’allarme, come se il razzismo non valesse a 360°.