Svizzera non firmerà trattato di non proliferazione nucleare
Il Consiglio federale svizzero ha deciso che non firmerà il trattato di non proliferazione nucleare (TPNW) adottato dalle Nazioni Unite l’anno scorso. Dopo un’attenta esamina, il gruppo di lavoro del paese ha ritenuto che i contro superassero i pro. A luglio del 2017 122 stati, Svizzera inclusa, hanno adottato il trattato, che entrerà in vigore quando almeno 50 stati lo ratificheranno.
I paesi firmatari si impegnano a non sviluppare, non effettuare test, non produrre, non acquistare, non possedere, non accumulare e non usare o minacciare di usare armi nucleari. L’accordo vieta di fabbricare arsenale nucleare sul territorio nazionale e di aiutare altri paesi a svolgere attività del genere. Il board composto da sette membri della Svizzera ha preso la decisione dopo avere consultato il rapporto del gruppo di lavoro intra-dipartimentale. Il governo di un paese storicamente neutrale e pacifico ha riconosciuto che ci sono considerazioni “di diritto umanitario e internazionale” in favore del trattato, ma che non è il momento adatto per firmare.
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Il deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti ha registrato un incremento del 4,7% a novembre, superando le previsioni degli analisti. Il dipartimento del Commercio ha riportato un deficit di 102,86 miliardi di dollari, contro stime di 101,2 miliardi. L’aumento è dovuto principalmente a un incremento delle importazioni, che hanno raggiunto 279,2 miliardi di dollari.
Nel 2024, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, insieme agli assessorati regionali, ha approvato 25 progetti di sviluppo della rete elettrica nazionale, gestiti da Terna, per un totale di oltre 2,3 miliardi di euro. Questi progetti, tra cui Elmed, Adriatic Link e Bolano-Annunziata, porteranno benefici ambientali, sociali ed economici, riducendo l’impatto paesaggistico e liberando territorio.
La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le stime di crescita economica della Cina per quest’anno e il prossimo, segnalando però preoccupazioni per la fiducia dei consumatori e il settore immobiliare. Le sfide interne e l’imminente aumento dei dazi USA potrebbero influenzare la crescita futura.