Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che l’economia degli Stati Uniti non è a rischio surriscaldamento: intervenuto nel discorso d’apertura del meeting di Jackson Hole, Powell ha dichiarato che non non ci “sono chiari segni di accelerazione” del tasso d’inflazione. I livello dei prezzi è al momento intorno al 2%.
Il ritmo di rialzo dei tassi “graduale” rimane “appropriato” secondo Powell, suggerendo una revisione di un quarto di punto ogni trimestre.
“Con una solida fiducia delle famiglie e delle imprese, buoni livelli di creazione di posti di lavoro, aumento dei redditi e stimoli fiscali in arrivo, ci sono ragionevoli elementi per aspettarsi che questa forte performance continui “, ha affermato Powell.
Il presidente della Fed si è detto determinato a fare “tutto il possibile” (“whatever it takes”) per evitare un’altra crisi finanziaria o un altro periodo nel quale gli interessi a breve termine restano a lungo bloccati vicino allo zero. Lo stesso impegno verrebbe anche profuso nel caso in cui l’inflazione dovesse iniziare a correre, lasciando intendere di essere pronto ad una risalita dei tassi più veloce del previsto.
A queste dichiarazioni è corrisposto un maggiore indebolimento del dollaro: lo ICE U.S. Dollar Index è arrivato a cedere lo 0,6% (era a -0,4% prima del discorso di Powell e attualmente è rientrato intorno a tale livello). Il biglietto verde si avvia a registrare il maggiore calo settimanale dallo scorso marzo. Lo scorso 19 luglio il presidente Donald Trump si era dichiarato “non felice” dei rialzi dei tassi compiuti nel corso del 2018 (due, finora). Pur avendo dichiarato di rispettare la Fed “non necessariamente sono d’accordo”, aveva sottolineato il presidente americano.