Economia

Cina, criptovalute nella morsa del Dragone

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A cura di Matteo Oddi

Negli ultimi tempi la Cina sembra aver rinnovato i suoi propositi di guerra nei confronti delle criptovalute. Undici mesi fa, Pechino annunciava, prima la stretta nei confronti del trading sulle piattaforme locali, poi il divieto di tenere delle ICO dentro i confini del paese.

La scorsa settimana Tencent, che possiede la più importante app cinese nel campo della messaggistica, WeChat, ha bloccato diversi canali sulla sua piattaforma perché accusati di fornire informazioni sulle ICO e sulla speculazione tramite crypto.

Al ban di WeChat è seguito un avvertimento da parte delle autorità cinesi, nel quale si affermava che erano stati trovati 124 exchange stranieri che fornivano i loro servizi ai cittadini cinesi con un IP estero. Poi è stata la volta del divieto, esteso al distretto di Chaoyang a Pechino, di ospitare qualsiasi tipo di evento riguardante blockchain e criptovalute.

Venerdì una lettera congiunta di cinque enti di regolamentazione, pubblicata sul sito della banca centrale cinese, si è scagliata contro “le raccolte fondi illegali” tramite criptovalute. E, durante il fine settimana la piattaforma di pagamenti online AliPay (appartenente al Gruppo Alibaba) ha reso nota la decisione di cancellare gli account che risultano coinvolti nel trading OTC di bitcoin.

“Queste misure sono parte di un’iniziativa più ampia da parte del governo cinese, allo scopo di rafforzare il controllo sul capitale dei suoi cittadini. Sono notizie del genere che indirettamente confermano l’utilità di una moneta che non risponde a enti centrali o intermediari”, sostiene Anatoliy Knyazev di Exante, primo broker al mondo a lanciare un fondo di investimento in bitcoin.

L’ultimo sviluppo di questa offensiva senza quartiere arriva da parte di Baidu, il motore di ricerca sul web leader in Cina che, sul suo forum, ha reso non funzionanti tutti i link che avessero le “valute digitali” o le “valute virtuali” come argomento di discussione.

Secondo i media anche questo provvedimento sarebbe da inquadrare nella lotta contro le ICO. Va notato comunque, che almeno per ora i thread riguardo temi come “bitcoin”, “ethereum” o “mining di bitcoin” restano ancora consultabili e attivi.