Le navi Ue non vengono quasi più coinvolte nel salvataggio dei migranti, il vero cuore della missione Sophia: la linea del nuovo governo sarebbe quella di incentivare il più possibile l’intervento della Guardia Costiera libica – con il beneplacito di Bruxelles. E’ quanto rivelano due reporter della rivista tedesca Der Spiegel, secondo i quali le navi Ue vengono ormai relegate a controlli compiuti su imbarcazioni sospette, ma lontano dalle coste libiche.
Questo sviluppo è avvenuto dietro a una ragione ben chiara: quando a compiere il salvataggio è una nave di un altro Paese membro, l’accordo Sophia prevede lo sbarco in Italia; al contrario, i recuperi delle vedette libiche riportano i migranti sul territorio africano. Alti ufficiali della Marina tedesca hanno confermato allo Spiegel come questa nuova prassi sia iniziata prima dell’estate: i 403 migranti salvati in mare nel 2018 dalla Germania, ad esempio, non comprendono nessun recupero da maggio in avanti.
Secondo quanto riferisce lo Spiegel la rottamazione de facto della missione Sophia sarebbe tacitamente appoggiata dalla stessa Commissione europea, intenzionata a potenziare l’area di intervento delle forze libiche. Nel luglio 2017 la Commissiona aveva stanziato 46 milioni di euro per la creazione di una area Sar libica, poi dichiarata lo scorso 28 giugno. Secondo un documento interno Ue citato dalla rivista tedesca “vi sono progressi nel tentativo di creare un vero centro di risposta alle emergenze che possa coprire efficacemente la zona Sar libica”.
Il compromesso che sembra delinearsi fra Ue e Italia sulla questione migranti sembra, dunque, non tanto quello rivolto a una maggiore suddivisione delle persone sbarcate sulle coste della Penisola, quanto al comune supporto della Guardia Costiera Libica, in grado di bloccare con crescente efficacia lo stesso arrivo dei migranti in Europa.