Il 12 settembre, alla plenaria di Strasburgo, il Parlamento europeo torna a votare la cosiddetta riforma del copyright, una direttiva sul diritto d’autore che ha già scatenato polemiche e acceso dibattiti.
Il Parlamento Ue aveva già respinto a luglio il via libera al mandato negoziale, riaprendo il dibattito e facendo slittare il verdetto alla riunione della settimana prossima. La Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con la Federazione europea e la Federazione internazionale dei giornalisti, di cui fa parte, i sindacati dei giornalisti di numerosi Paesi europei, e le associazioni di editori di giornali, scrittori, registi, film maker, ha sottoscritto l‘appello al Parlamento europeo affinché nella riunione plenaria del 12 settembre prossimo venga approvata la direttiva europea per la difesa del diritto d’autore.
“Tale regolamentazione è necessaria per difendere la libera informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati, garantiti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Introdurre l’obbligo di pagare delle royalties a chi ogni giorno diffonde gratuitamente una grande quantità di notizie pubblicate dai giornali attraverso piattaforme digitali, social network e motori di ricerca non significa penalizzare gli utenti della rete, ma vuol dire difendere l’informazione di qualità e tutelare la dignità del lavoro”.
L’Unione Europea si trova nella fase finale dellelaborazione di una legislazione che costringerà le grandi aziende tecnologiche e di internet a censurare i contenuti “estremisti” e a cooperare con le forze dell’ordine, come riferisce Reuters. Il disegno di legge dovrebbe essere pubblicato entro la fine del mese e richiederà in via obbligatoria alle aziende come Google, Facebook e Twitter di rimuovere rapidamente dalle loro piattaforme qualsiasi contenuto considerato terroristico.
Per quanto riguarda i contenuti terroristici, siamo giunti alla conclusione che è una minaccia e un rischio troppo grave per i cittadini europei e perciò dobbiamo avere la certezza assoluta che tutte le piattaforme e tutti i fornitori di servizi informatici cancelleranno i contenuti terroristici e coopereranno con gli organismi preposti all’applicazione della legge.
Così il commissario europeo per la giustizia Vera Jourova. Nel disegno di legge anche un nuovo codice di condotta che spiega cosa debba intendersi per “discorso di odio”, sottoposti a censura, ossia “qualsiasi comportamento che istighi pubblicamente alla violenza o all’odio contro un gruppo di persone o un membro di tale gruppo definito in riferimento a razza, colore, religione, discendenza o origine nazionale o etnica”.