La Cina cerca il supporto dei banchieri di Wall Street nella guerra commerciali iniziata da Donald Trump. Secondo quanto riferito dal Financial Times, i funzionari del Partito Comunista avrebbero invitato i principali banchieri degli Stati Uniti a un raduno organizzato a Pechino per discutere le relazioni tra i due paesi, in un momento in cu i l’inquilino della Casa Bianca minaccia tariffe punitive su tutte le esportazioni cinesi verso l’America.
“L’evento, in calendario domenica 16 settembre, includerà una tavola rotonda Cina-Usa su temi finanziari e un incontro con il vicepresidente cinese Wang Qishan” ha riferito il quotidiano inglese, citando tre persone non identificate informate sulla questione.
L’obiettivo di Pechino è di istituzionalizzare questo tipo di meeting con incontri due volte l’anno, per migliorare le relazioni tra i due Paesi, ottenere consigli sul processo di riforme finanziarie ed economiche in corso. E per scongiurare la devastante guerra commerciale che scoppierebbe se Trump dovesse far scattare tutti i dazi minacciati, per oltre 400 miliardi di dollari.
Il nuovo gruppo sarebbe guidato dall’ex Governatore della Banca Popolare Cinese Zhou Xiaochuan e John Thornton, presidente del gruppo minerario Barrick Gold Corp.
Finora non è tuttavia chiaro chi parteciperà, dal momento che l’evento è stato lanciato a breve scadenza. Tra le presenze finora confermate, ci sono il presidente di Blackstone Jon Gray e il condirettore di investment banking per Goldman Sachs, John Waldron.
Inatnto, i dazi di Trump non sembrano aver freanato il surplus commerciale della Cina verso gli Stati Uniti che, anzi, ha segnato ad agosto un nuovo livello record: +31 miliardi di dollari, in crescita del 18,7%.
Nello stesso mese, l’export cinese è salito a 44,4 miliardi di dollari registrando un aumento del 13,2%. Il presidente Trump si è già detto pronto a imporre nuovi dazi per 267 miliardi sulle importazioni cinesi.
“Cambieranno totalmente l’equazione, entreranno in vigore molto presto, dipende da quello che succederà”, ha dichiarato il presidente.
L’amministrazione Usa ha già imposto dazi del 25% per 50 miliardi di dollari sui beni importati dalla Cina, accusata di concorrenza sleale e furto di proprietà intellettuale. E Pechino ha risposto con misure analoghe.
Trump ha annunciato venerdì scorso, il 7 settembre, che il governo Usa è pronto a imporre nuovi dazi su quasi tutti i beni e prodotti importati dalla Cina, minacciando dunque di adottare tariffe più alte su altri 267 miliardi di dollari di beni oltre alle importazioni per un valore di $200 miliardi che già rischiano di cadere vittime delle misure protezioniste degli Stati Uniti.