I crolli valutari del peso argentino e della lira turca hanno generato due distinte reazioni, entrambe sintomo, tuttavia, di una crescente incertezza.
Secondo quanto riportato dalla Korea Financial Investment Association gli investitori hanno ritirato dai fondi comuni focalizzati sul debito a breve termine 7,8 miliardi di dollari (8700 miliardi di won), in quello che è divenuto il maggior deflusso mai realizzato in un singolo giorno da questa tipologia di fondi.
L’alto volume dei ritiri ha portato alcune società come DB Asset Management, Alpha Asset Management e Heungkuk Asset Management a bloccare le richieste dei loro clienti. “Gli investitori sembrano diventati nervosi per via della situazione in Turchia”, ha dichiarato a Bloomberg il credit analyst di Korea Investment & Securities, Kim Ki-myung.
Tali fondi precisa l’agenzia di stampa, avevano riacquistato titoli garantiti da depositi presso le banche mediorientali nel corso degli ultimi mesi. In particolare si era scommesso sui rendimenti di banche mediorientali, in particolare qatariote, le quali però avrebbero una forte esposizione sulla Turchia.
Questi timori, però, potrebbero sfociare in una fuga che non riflette i rischi reali: “Questi deflussi hanno più a che fare con il sentiment del mercato che con il rischio di credito”, ha affermato il credit analyst di SK Securities, Kim Sun-ju, in una nota di lunedì.
In Argentina, invece, sono i correntisti a vedere con crescente sfiducia il ribasso della moneta nazionale: secondo i dati degli ultimi due giorni di agosto i risparmiatori hanno ritirato dai propri conti l’equivalente di 490 milioni di dollari, quando il peso aveva toccato un nuovo minimo sul dollaro a 41,6.