Le elezioni europee sono l’evento che catalizzerà l’attenzione il prossimo anno ma già partono alleanze e discese in campo. Dopo l’accordo tra il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orban, legati da una line comune anti-migranti, è la volta della Francia.
Guy Verhofstadt, leader del gruppo dei liberali dell’Alde a Bruxelles, parlando al quotidiano Ouest France dice di aver proposto un accordo elettorale con Emmanuel Macron. In particolare lex premier del Belgio di ce di aver proposto all’inquilino dell’Eliseo di formare un gruppo politico in vista delle elezioni della primavera 2019.
“Dopo l’incontro avvenuto tra l’ungherese Orbàn e l’italiano Salvini la battaglia da affrontare nel 2019 sarà quella contro i populisti, attraverso la costituzione di un’alternativa pro-europa fatta assieme ad Emmanuel Macron, con il quale non condividiamo solamente la stessa analisi politica, ma anche grossomodo le stesse proposte. Il discorso di Macron sulla nuova Europa tenuto l’anno scorso alla Sorbona è inoltre largamente sostenuto dai partiti che compongono il gruppo parlamentare dell’Alde. Siamo pronti perciò a creare questa alternativa”.
Malgrado alcuni osservatori politici internazionali come Wolfgang Munchau del Financial Times diano l’alleanza europeista già come ufficiale, in serata Christophe Castaner, dirigente di La République en marche, il partito di Macron, ha frenato sull’ipotesi alleanza e precisato con Reuters che il partito non è affatto nella logica di un’alleanza. Come ricorda però anche Le Monde, Castaner è lo stesso che quest’estate ha svolto un tour europeo alla ricerca di alleati in vista delle imminenti elezioni, e che è stato visto incontrarsi proprio con Guy Verhofstadt martedì scorso. Nell’intervista Verhofstadt ci tiene comunque a precisare che all’interno della grande alleanza europeista ogni partito manterrà il proprio simbolo e la propria identità, pur aderendo ad un programma comune, affermando:
“Vogliamo un movimento più ampio. L’obiettivo è quello di formare un gruppo decisivo nel prossimo parlamento, che funga da strumento per fermare l’ondata nazionalista”.