Oggi per i trader nell’obbligazionario ci sono una decina di idee possibili di investimento alternative, che dovrebbero consentire di incamerare alpha e redditi più alti della media. Le ha elencate David Roberts di Liontrust e tra queste figurano anche i Btp. In questi giorni in cui l’estate volge al termine, il manager consiglia di comprare i titoli di stato italiani e di vendere invece quelli societari del paese, specie nel settore bancario.
Molte società emittenti pagano meno per rifinanziare il proprio debito di quanto non faccia il Tesoro per finanziarsi sui mercati. Questo avviene perché molti dei corporate bond sono valutati in base ai Bund tedeschi. Questo implica anche che i rendimenti sono meno succulenti rispetto a quelli che sono in grado di offrire i Btp in questi giorni di tensione in vista del varo della legge di bilancio autunnale.
“Alcune aziende hanno adottato una strategia di diversificazione dei flussi di ricavi, ma altri, tra cui le banche italiane, non l’hanno fatto”, scrive su Investment Week l’Head of Global Fixed Income di Liontrust. “Comprare a questi prezzi vantaggiosi il debito sovrano e vendere bond costosi legati allo Stato può far passare notti insonni”, ma dovrebbe anche garantire ritorni da investimento elevati, secondo i calcoli di Roberts.
Tra gli altri suggerimenti, si possono citare i titoli di Stato di alcuni mercati emergenti come il Messico: a meno di fughe di capitali consistenti da tutta l’area dei paesi in via di Sviluppo, i bond decennali messicani dovrebbero fare meglio della diretta concorrenza. E mentre è meglio andare lunghi sui bond Usa, in parallelo si possono shortare i titoli del debito britannici (Gilt): è un “investimento che ha sempre funzionato negli ultimi 30 anni” e che può fruttare da qui a un anno di distanza.
Un altro consiglio è quello di vendere titoli governativi sudcoreani e comprare bond indiani. Il ragionamento è semplice: i rendimenti indiani sono scesi perché l’economia è in salute, mentre quelli della Corea del Sud sono saliti perché l’economia, principalmente in Cina, sta rallentando un po’. Negli ultimi mesi lo Spread tra i due debiti governativi si è allargato di 70 punti base e ora c’è una differenza del 3,5-4%. Se il differenziale dovesse restringersi chi avrà attuato la strategia promossa da Roberts avrà portato a casa lauti guadagni.
Negli Stati Uniti, il consiglio è quello di cedere i bond classici, comprare Treasuries indicizzati all’inflazione e se i prezzi al consumo continuano a restare sopra il 2%, intascare la differenza.
Tornando in Europa, Roberts sottolinea che “si fa fatica a trovare un motivo valido per investire nei Bund trentennali tedeschi – che rendono l’1% con un’inflazione al 2% – una volta che la Bce avrà staccato la spina al suo bazooka monetario a inizio 2019. L’idea è dunque quella di comprare il titolo decennale e vendere la scadenza trentennale, puntando quindi su un irripidimento della curva dei rendimenti in Germania.
Il beta, ossia la variazione del singolo titolo o portafoglio rispetto al mercato che serve come misura della redditività di un investimento, è poco redditizio al momento e il gestore non vede grandi ritorni da investimento nel mercato. In media Roberts individua un valore vicino al 6% di rendimento.
La situazione secondo lui rimarrà così ancora per un po’ di tempo, pertanto l’importanza di generare alpha – ossia un rendimento indipendente dall’andamento generale del mercato – è forse ancora più grande oggi di quanto non fosse negli ultimi 30 anni di fase rialzista per il mercato obbligazionario.