In un contesto di crescenti tensioni commerciali fra Stati Uniti e Unione Europea, torna con forza uno dei progetti più ambiziosi che avrebbero dovuto accompagnare il progetto dell’euro: la possibilità di sfidare la supremazia del dollaro negli scambi internazionali.
Lo ha dichiarato senza troppi giri di parole il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in occasione del discorso sullo stato dell’Unione a Strasburgo. Non soltanto Russia e Cina, quindi: ora anche l’Europa unita vuole superare il predominio mondiale del biglietto verde.
Juncker ha auspicato che l’euro possa affermarsi sempre più come valuta di riserva nel mondo, e diventare “uno strumento attivo di una nuova Europa sovrana”. Il presidente della Commissione ha detto che pagare oltre l’80% delle importazioni energetiche del blocco europeo in dollari è “un’aberrazione”, a fronte del fatto che solo il 2% delle importazioni provengono dagli Stati Uniti.
Il restante 98% è denominato in dollari in virtù del fatto della supremazia della moneta statunitense nel mercato globale. “Dobbiamo cambiare questa cosa”, ha affermato Juncker, anche se aggiunge che un obiettivo di tale ambizione richiede maggiore coesione fra gli stati membri: “È tempo di mettere fine al triste spettacolo di un’Europa divisa”.
Nella conferenza della Bce di giovedì 13 settembre Mario Draghi ha confermato che l’atteggiamento della banca centrale è di disponibilità a collaborare con la Commissione Ue in attesa “di conoscere maggiori dettagli sulla proposta”.
Già il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Haas, aveva proposto l’Ue mettesse in essere un sistema di pagamenti alternativo che potesse consentire di aggirare le sanzioni americane sull’Iran e preservare l’accordo sul nucleare stretto in precedenza.
Un funzionario Ue di alto livello ha, inoltre, confermato al Financial Times che “l’euro non può più essere neutrale”, suggerendo che esista un consenso in Europa intorno all’ambizioso progetto.