Il futuro è di chi ha l’occhio lungo. Secondo gli economisti di Aberdeen Standard Investments i rendimenti più interessanti saranno quelli derivanti da attività tradizionalmente meno liquide, come le infrastrutture e i mercati privati
Rendimento, costi, gamma di asset class e governance aziendale. Sono i parametri guida degli investitori nelle scelte di allocazione del risparmio. Le prime due, in particolare, sono al centro dell’attenzione della normativa Mifid2, la terza e la quarta nascono invece dall’evoluzione del mercato. La globalizzazione ha permesso di ampliare il numero e il genere di asset class disponibili, aumentando le possibilità di diversificazione dei portafogli, mentre la governance aziendale intesa come attenzione ai criteri di sostenibilità e trasparenza aziendale è uno dei trend principali nel mondo degli investimenti finanziari.
Soddisfare le richieste di rendimento, costi, gamma e governance degli investitori è oggi più difficile. Il reddito fisso è messo fuori gioco dal percorso di normalizzazione delle politiche monetarie e di riduzione della liquidità sui mercati. L’azionario è al momento la soluzione più efficace ma molti analisti sono convinti che si stia ballando sulla tolda del Titanic. Il rischio è che il mercato toro più lungo della storia a Wall Street si esaurisca (e se cade Wall Street soffrono tutte le piazze finanziarie).
Come fare? Gli economisti di Aberdeen Standard Investments provano a cambiare strada e affermano che nei prossimi anni
“i rendimenti più interessanti saranno quelli derivanti da attività tradizionalmente meno liquide, come le infrastrutture e i mercati privati, dove si allunga l’orizzonte temporale e si pone sempre più attenzione alle tematiche sociali e ambientali. Anche nello spazio degli investimenti tradizionali si assiste a un’evoluzione che in pochi anni ha portato da investimenti passivi a investimenti attivi cosiddetti unconstrained, dal profilo sempre più globale e meno domestico e con una forte valenza Esg, in cui la governance aziendale e l’impatto ambientale hanno assunto un peso sempre più rilevante”.
Parole espresse nel corso della presentazione di 21 Asi Long Term Fund I, un fondo di private equity lussemburghese prodotto in joint venture con 21 Partners. Il fondo investe in quote di minoranza qualificata di primarie aziende con un orizzonte temporale lungo combinato, in alcuni casi, a investimenti più opportunistici.
Secondo una recente ricerca di Bain & Company, i fondi di private equity che investono nel lungo periodo (10-15 anni) sovraperformeranno sensibilmente le strategie tradizionali.
“Vogliamo essere presenti in asset di questo genere, imprese che operano in settori che nei prossimi 10/15 anni subiranno un processo di completa trasformazione o che sono in grado di guidare questi cambiamenti guadagnando quote di mercato”
ha spiegato Steffen Meister, presidente esecutivo di Partners Group.