Secondo le stime di Asian Development Bank, attualmente nel settore del commercio internazionale vengono contate perdite per 1,5 mila miliardi di dollari, pari a circa il 10% del volume globale degli scambi di merci, a causa di barriere come l’accesso limitato ai prestiti per piccole e medie imprese.
E, se lasciato irrisolto, il deficit di finanziamento commerciale supererà i 2,4 mila miliardi di dollari entro il 2025. Questo gap, dicono i ricercatori del World Economic Forum e di Bain & Company, potrà essere colmato attraverso l’ampia diffusione della tecnologia del registro distribuito.
Il report afferma infatti che l’introduzione della blockchain ridurrà i rischi di credito, abbasserà i costi di commissione ed eliminerà le barriere commerciali esistenti. I principali beneficiari di questa innovazione saranno i mercati emergenti, che hanno un grande potenziale, ma sono ancora in crescita limitata a causa di questa mancanza di accesso al credito.
“La tecnologia del registro distribuito garantisce transazioni con la massima trasparenza, per cui la fiducia nei rappresentanti delle piccole e medie imprese nei paesi emergenti sarà maggiore”, commenta Anatoliy Knyazev di Exante.
Lo studio del World Economic Forum mantiene quindi i mercati emergenti al centro della discussione sulle prospettive della blockchain e, per estensione, delle criptovalute.
Verso la fine di agosto Tom Lee, fondatore della società di analisi Fundstrat e famoso per il suo outlook rialzista sul bitcoin, aveva suggerito una correlazione tra il prezzo della prima criptovaluta e l’andamento dell’indice MSCI Emerging Markets, che segue le grandi e medie imprese nei mercati in via di sviluppo.
Qualora questo legame venisse mantenuto, dice Lee, un rally sostenuto potrebbe condurre il Bitcoin (BTC) tra 22.000 $ e 25.000 $ entro la fine del 2018.