L’Fmi cede alle pressioni dell’Argentina, concedendo a Buenos Aires un salvataggio record da 57 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra superiore ai 50 miliardi dell’accordo iniziale dello scorso giugno e mai concessa prima dall’istituto di Washington: una revisione al rialzo necessaria per far fronte alle crescenti difficoltà del paese e per evitare l’effetto contagio delle altre economie emergenti.
“L’accordo con l’Argentina è il maggiore mai siglato dal Fmi“ ha spiegato il direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, aggiungendo di “sostenere pienamente l’Argentina”.
Dei 57,1 miliardi di dollari complessivi, 15 miliardi sono stati già sborsati. Di fronte a un’economia che quest’anno dovrebbe contrarsi del 2%, a un’inflazione vista salire oltre il 40% e a un peso in sofferenza, l’istituzione di Washington ha anche deciso di mettere a disposizione di Buenos Aires 19 miliardi di dollari extra tra ora e la fine del 2019.
“Le risorse parte del programma non saranno più trattate come precauzionali” ma discrezionali, ha spiegato l’Fmi. Questo significa che esse potranno essere usate quando ritenuto necessario.
L’intesa sembra sia stata agevolata dalle dimissioni, annunciate a sorpresa due giorni fa, del governatore della banca centrale argentina (la BCRA), apparentemente in disaccordo con il Fondo su quanto poteva intervenire nei mercati valutari a sostegno della sua moneta.
Non è dunque un caso che l’Fmi – che predilige tassi di cambio liberi di fluttuare – ha spiegato che la banca centrale argentina ora guidata da Guido Sandleris, un ex dell’Fmi, ha deciso di “adottare un regime di tassi dei cambi variabili senza interventi”.
L’istituto centrale di Buenos Aires non interverrà infatti nel caso in cui il peso si muova in una forchetta fra 34 e 44″ rispetto al dollaro.
“In caso di estremi sbalzi dei tassi di cambio, la banca centrale potrà condurre interventi limitati sui mercati di cambio stranieri” ha spiegato infine Christine Lagarde, numero uno dell’Fmi che ha incontrato il presidente argentino Macri per discutere della linea di credito.