Mentre sui mercati resta alta la tensione dopo che nella nota di aggiornamento al DEF il tetto deficit/Pil è stato portato al 2,4%, gli analisti di Goldman Sachs mettono in guardia gli investitori, affermando che “in caso di declassamento del rating sovrano a livello spazzatura, si rischia uno stop del flusso di capitali”. In altre parole, l’Italia non avrebbe più compratori disposti ad investire in obbligazioni.
Uno scenario, va precisato, che non è quello base della banca d’affari ma che resta all’orizzonte ad allungare un’ombra sulla tenuta del mercato del reddito fisso. Tutto partirebbe dall’annuncio del governo di un disavanzo per il 2019 al di sopra delle aspettative del mercato e del conseguente potenziale aumento del debito pubblico.
Un annuncio che rischia – secondo gli analisti della banca d’affari Usa – di condizionare il giudizio sul rating delle tre principali agenzie di rating, che al momento classificano il debito italiano due tacche al di sopra della spazzatura.
“Un downgrade di una tacca da parte di una o più agenzie di rating metterebbe ulteriore pressione sulle obbligazioni e azioni italiane”, ha scritto in una nota Silvia Ardagna, strategist senior presso Goldman. “Un downgrade di più di una tacca potrebbe causare dinamiche del debito negative che si autoalimenterebbero: in questo scenario non si può escludere uno stop improvviso nel flusso di capitali”.
Un arresto improvviso di capitali renderebbe impossibile per l’Italia ottenere una sufficiente domanda estera per le sue obbligazioni, peggiorando il livello di indebitamento del paese.
Ricordiamo che Moody’s ha sul debito sovrano italiano un rating di Baa2 con un outlook negativo e dovrebbe rivedere il giudizio entro la fine di ottobre, mentre S & P Global Ratings assegna un voto BBB e dovrebbe rivederlo il 26 ottobre. Infine, Fitch che ha ridotto l’Italia a BBB in agosto.