Salvare Astaldi sull’orlo del baratro: la soluzioni per la banche d’affari sarebbe Salini Impregilo. La società di costruzioni italiana guidata da Filippo Stinellis dopo aver fatto richiesta al Tribunale di Roma di un concordato preventivo, ha ricevuto una batosta finale dall’agenzia di rating S&P’s che ha giudicato la società già in default.Il problema grosso è che Astaldi ha in corso commesse importanti in tutta Italia tra cui la realizzazione della Metro4 di Milano.
“M4 spa, società Concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione della linea 4 della metropolitana milanese, in riferimento alle vicende che coinvolgono Astaldi – socio al 9,6% della Concessionaria e al 32% del consorzio dei costruttori CMM4 – precisa che le attività dei cantieri per la realizzazione della M4 stanno proseguendo regolarmente”.
Così la Astaldi ha tentato di rassicurare ma i timori non si sono placati. Così circola il nome di Salini Impregilo come papabile salvatore. La società dal canto suo, valuta da sempre possibili opzioni di crescita sia in Italia che all’estero e ammette che sta valutando il dossier.
“Salini Impregilo nell’ambito della strategia di consolidamento della propria posizione di leadership nel settore delle grandi opere infrastrutturali valuta continuamente ogni opportunità di crescita. In linea con tale strategia, la società sta seguendo con attenzione le evoluzioni riguardanti società operanti nel settore delle costruzioni all’estero e in Italia, e tra queste anche il Gruppo Astaldi, con l’obiettivo di valutare ogni possibile opzione coerente con i propri obiettivi di disciplina finanziaria e creazione di valore per i propri stakeholders. A oggi non è stata assunta alcuna determinazione in merito”.
La nota del gruppo italiano è arrivata ieri in serata a mercati chiusi. A Piazza Affari oggi, mentre il titolo Astaldi in apertura continuava a non far prezzo viaggiando su un +17,8% teorico, quello di Salini Impregilo cedeva terreno piazzandosi anche a -5,5%. Al momento guadagna però l’1,28% a 2,05 euro.
Ieri Astaldi ha emesso un comunicato per chiarire la situazione. Il gruppi precisa che la procedura di ‘concordato preventivo in continuità’ attivata lo scorso 28 settembre “ha lo scopo, tra l’altro, di garantire ai committenti la regolare prosecuzione dei lavori in tutti i cantieri in cui il Gruppo sta operando, oltre che tutelare i creditori e preservare il patrimonio aziendale”.
Astaldi sottolinea anche che “l’azione di S&P di declassare il rating a D segue la decisione della Società di presentare domanda di concordato. S&P valuta la situazione attuale di Astaldi al pari di un default poiché la richiesta di concordato preventivo implica la sospensione dei pagamenti rivenienti da tutti gli impegni pregressi alla data di presentazione della domanda di concordato, salvo espressa autorizzazione del tribunale, durante il periodo del concordato”.
Tutti i pagamenti maturati relativi alle obbligazioni emesse sono stati regolarmente pagati. Insomma il declassamento a D, livello equivalente al default, non significa che Astaldi sia in stato di fallimento.