Economia

Legge di bilancio: DEF bocciato dall’Upb e Bankitalia. Di Maio: “Andiamo avanti”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Si fa sempre più in salita l’iter di approvazione della Legge di Bilancio dopo la doppia bocciatura del Def da parte di Bankitalia e dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb).

Come anticipato dalla stampa, ieri l’Upb ha sollevato forti dubbi sulle stime di crescita del 2019, contenute nella nota di aggiornamento al Def, ovvero di una crescita del Pil reale (1,5 per cento) e nominale (3,1 per cento), perché considerate troppo ottimistiche. Secondo l’Upb sarebbero infatti troppi i forti rischi al ribasso, dovuti in parte alle “deboli tendenze congiunturali di breve termine”, ma anche alle “turbolenze finanziarie”.

Quasi immediata la replica del governo, deciso ad andare avanti con determinazione sulla manovra. Al termine del vertice a Palazzo Chigi, il vice premier Matteo Salvini ha detto

“stiamo limando, aggiungendo, migliorando legge Fornero, pace fiscale, riduzione delle tasse. Noi andiamo avanti chi si ferma è perduto”.

Al leader della Lega ha fatto eco il vice premier Luigi Di Maio:

“Si va avanti: è una manovra che abbiamo deciso di portare avanti e tornare indietro significherebbe tradire gli italiani”.

Giudizio negativo sul DEF è arrivato anche da parte della Banca d’Italia, che ipotizza un forte allungamento dei tempi di abbattimento del debito. Nel corso dell’audizione in Parlamento il vicedirettore Federico Signorini ha sottolineato:

L’aumento dei trasferimenti correnti” per reddito di cittadinanza e pensioni “così come gli sgravi fiscali, tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo; stimiamo che il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi sia contenuto”. Anche lo stop all’Iva dovrebbe avere “un effetto limitato”. Impatto che “potrebbe essere ancora inferiore o nullo se il mancato aumento dell’Iva fosse già stato incorporato nelle aspettative delle famiglie”, ha sottolineato Signorini.

Dubbi infine sono stati avanzati anche dalla Corte dei Conti:

“Interventi a favore dei trattamenti previdenziali e delle politiche di assistenza che puntino al contrasto della povertà devono essere adottati senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema”, ha detto il presidente Angelo Buscema, in riferimento a reddito e pensioni di cittadinanza da inserire in Manovra. Proprio in considerazione del debito pubblico così elevato, Buscema ha ricordato che “un indebolimento delle riforme che hanno contribuito ad una maggiore sostenibilità del nostro sistema non può non destare preoccupazione”.