Preoccupa il circolo vizioso debito-banche in Italia che rischia di contagiare l’Eurozona. Dopo la revisione al ribasso sulle stime del Pil, l’economia italiana finisce ancora sotto i riflettori del Fmi, che nel Rapporto sulla stabilità finanziaria globale, pubblicato oggi in occasione degli incontri annuali in corso a Bali, torna infatti ad inserire le preoccupazione per le politiche di bilancio in Italia tra i fattori di rischio a breve assieme a quello di un fallimento del negoziato sulla Brexit
“In Italia l’incertezza sulle politiche di bilancio ha riportato l’attenzione sulla connessione tra banche e rischio sovrano” si legge nel ‘Global financial stability report’ (Gfsr) che la definisce “un importante canale di trasmissione del rischio”.
Il rapporto ricorda il balzo dello spread tra i Btp e i Bund registrato a maggio, quando sembrò reale l’ipotesi di un governo tecnico e nuove elezioni, “come riflesso della preoccupazione per i rischi sovrani che ha fatto aumentare gli spread sui cds (i ‘premi assicurativi’, ndr) delle banche italiane.
“Se le preoccupazione del mercato sulle politiche di bilancio dovessero riemergere c’è un rischio di riaccensione in Italia del legame titoli di Stato-banche per effetto dei titoli di Stato in portafoglio delle banche italiane e per effetto della loro esposizione all’economia domestica. In tale scenario – conclude il ragionamento sull’Italia del rapporto del Fondo – le tensioni del mercato possono allargarsi ad altri mercati dei titoli sovrani in Europa come accaduto durante la crisi del debito sovrano in Europa e, in modo limitato, gia’ nel maggio scorso”.
Nel frattempo, l’Fmi ha peggiorato le sue stime sul rapporto tra il debito e il Pil in Italia tra il 2018 e il 2023. Come già anticipato nel World Economic Outlook pubblicato ieri, dopo avere chiuso il 2017 al 131,8%, il rapporto è visto salire al 130,3% nel 2018 e non più scendere al 129,7%; nel 2019 è atteso un calo al 128,7% e non più al 127,5%; nel 2023 (l’anno a cui si fermano i calcoli del Fondo) la previsione e’ pari a un 125,1% e non piu’ al 116,6% calcolato in primavera.
Nel 2017, tra le economie avanzate ad avere fatto peggio dell’Italia secondo il Fondo è stato ancora una volta il Giappone con un debito/Pil al 237,6% seguito di nuovo dalla Grecia (181,8%). A fare leggermente meglio del nostro Paese c’è stato nuovamente il Portogallo (125,7%).