Economia

Condono: “manina” denunciata da Di Maio fa sfiorare crisi di governo

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Malumore alle stelle  all’interno della maggioranza di governo dopo l’accusa mossa dal vicepremier Luigi Di Maio che ha parlato di una presunta “manina” che avrebbe sabotato il testo del dl fiscale sul condono. Da un lato ci sono i pentastellati che puntano i piedi lanciando l’ultimatum: o il testo del decreto si cambia oppure non lo votiamo.

Il presidente della Camera Roberto Fico (M5S) lo ha annunciato chiaramente: “il movimento non può votare il testo preparato dalla Lega”. Dall’altro c’è il partito di Matteo Salvini, che invece tira dritto sostenendo che ogni modifica era già stata concordata nel Consiglio dei ministri (Cdm) di lunedì.

“La Lega ha intenzione di andare avanti, ma se il Movimento vede complotti dove non ci sono e attacca chi tiene in piedi la baracca, noi non ci stiamo”.

Così su La Repubblica Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio. A scaldare gli animi ci ha pensato anche il commissario Enrico Giovannini. L’ex chief statistician dell’OCSE ha criticato il condono (pace fiscale) nel’illustrare la relazione 2018 sull’economia sommersa e l’evasione fiscale e contributiva preparata dalla Commissione del Mef che presiede.

“Come dimostra la relazione, la lotta all’evasione resta una priorità contro il condono che si sta prefigurando. Al di là delle caratteristiche, i condoni determinano perdite di gettito e spingono a comportamenti non corretti e non adeguati a un paese come l’Italia”.

Intanto si è consumato un piccolo giallo sul Cdm convocato dal premier Conte per fare il punto sul decreto fiscale a cui inizialmente Salvini aveva fatto sapere che non avrebbe partecipato. Il Consiglio dei ministri sabato “si svolgerà”, riporta la stampa italiana citando le parole di Conte:

“A convocarlo sono io, il presidente del Consiglio sono io, decido io che si svolga”.

Sono 48 ore sulle montagne russe quelle appena trascorse, in cui si è sfiorata una vera e propria crisi di governo. Oggi però sembra rientrata a giudicare dalle parole pronunciate dal leader della Lega e ministro degli Interni.

“Oggi sono in Trentino ma domani volo a Roma per risolvere i problemi. Basta litigi”.

Così su Twitter il ministro dell’Interno a cui fa eco lo stesso Di Maio, vice premier e ministro del Lavoro.

“Chi pensa di poter suonare il requiem di questo governo si sbaglia di grosso“.

E intanto lo spread tra Btp e Bund – complice le parole dure della Commissione UE sul piano di bilancio italiano inadempiente – oggi vola a quota 340 punti base, sui massimi da aprile 2013.