Ogni cinque anni la capital key della Banca centrale europea, ovvero la quota che ciascuna banca centrale nazionale detiene dell’azionariato Bce, viene aggiornata tenendo conto delle variazioni Pil e della popolazione dei Paesi dell’Eurozona. Sulla base della stessa capital key, vengono spartiti in proporzione fissa gli acquisti di asset da parte dell’Eurotower. Secondo Bank of America Merrill Lynch è lecito attendersi che, sulla base dell’andamento dei vari Pil dei membri Ue, una fetta più grande degli acquisti di titoli pubblici possa favorire la Germania e danneggiare l’Italia. La decisione potrebbe essere presa in occasione del prossimo incontro del consiglio direttivo Bce, previsto per giovedì.
Nel dettaglio, Bofa Merrill Lynch ritiene che, dato l’andamento del Pil negli ultimi cinque anni, la Bce potrebbe alleggerire dello 0,7% l’investimento in Btp e aumentare dello 0,8% quello in Bund (ovvero aumentare la capital key in favore della Bundesbank e riducendo la quota riferita alla Banca d’Italia). Ciò, verosimilmente, contribuirebbe ad aumentare lo spread fra i rendimenti dei due titoli.
Attualmente il portafoglio di Btp in mano all’istituto governato da Mario Draghi vale 470 miliardi di euro. Se le stime di Bofa fossero corrette, tale valore potrebbe scendere di circa 3,3 miliardi di euro. Anche la Spagna subirebbe un danno, con una possibile riduzione dello 0,6% del portafoglio di bonos detenuto da Draghi.
Secondo quanto riporta MF, Bofa Merrill Lynch ritiene che possa avere luogo anche un’altra soluzione “ovvero che la Bce decida di applicare il principio del capital key solo sui titoli che detiene a Francoforte (escludendo però gli European supra-national bonds, che incidono per il 9,3%, circa la metà del portafoglio Italia). In questo caso si tratterebbe di una riduzione degli acquisti nell’ordine di 2-3 miliardi di euro”.