S&P: rating BBB, outlook negativo.
La politica fiscale ed economica del Governo giallo-verde non sostiene il percorso di crescita e di riduzione del rapporto debito/PIL avviato.
Infatti, gli investitori se ne sono accorti ed hanno ridotto la fiducia chiedendo rendimenti maggiori per acquistare debito del Bel Paese.
Ma il problema chiave in un sistema bancocentrico naturalmente diventano le banche. Poichè detengono una fetta del debito pubblico non trascurabile,avranno meno margini e più costi per elargire prestiti all’economia.
Se non si verificassero le ottimistiche ipotesi descritte dal Governo italiano, per S&P non ci sarebbero alternative: si avvierebbero uno o più downgrade, come nel 2011. E’ una momentanea apertura di credito, nulla di più.
I numeri presentati dal Governo sono drasticamente rivisti da S&P. Per il 2019 il rapporto deficit/PIL è visto al 2,7% ed il PIL all’1,1%.
Preoccupazioni nascono per la riforma pensionistica, la mancanza di riforme strutturali e provvedimenti per la crescita.
Aspetti positivi, anche Per S&P come per Moody’s, la ricchezza e la diversificazione dell’economia, unitamente ad un saldo delle partite correnti positive da anni che evitano il peggioramento della situazione.
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