Alla luce dei sondaggi pubblicati in Francia, potrebbe avere ragione Luigi Di Maio quando dice che alle prossime elezioni europee ci sarà una piccola rivoluzione.
Il presidente francese Emmanuel Macron, già in calo negli indici di gradimento popolare in patria, subisce un altro colpo duro alle sue ambizioni politiche alle prossime europee. Stando agli ultimi sondaggi il partito guidato dalla rivale di estrema destra Marine Le Pen è in vantaggio.
Macron, che paga un esodo record di membri del governo e uno scandalo sulle violenze commesse da una sua guardia del corpo coperte dalle autorità, ha visto i rating di approvazione del suo operato scendere ai minimi dal suo insediamento l’anno scorso.
Se continua a perdere consensi a questi ritmi, il leader di La Republique En Marche rischia di eguagliare il triste record del suo predecessore, Francois Hollande, che aveva a un certo punto visto scendere l’indice di gradimento a una cifra percentuale soltanto.
Le intenzioni di voto pubblicate nel fine settimana da IFOP (vedi tabella sotto riportata) parlano di un risultato del 19% (-1% rispetto all’ultima rivelazione) per il capo dell’Eliseo, due punti sotto Rassemblement National (ex Front National) che si attesta al 21%. È la prima volta che il partito di destra radicale supera il movimento centrista ed ecologista di Macron nei sondaggi.
Il centrodestra (Les Republicains) si posiziona al terzo posto con il 13% dei voti, seguito dal movimento di sinistra France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon (11%). A quel punto troviamo un gruppetto di tre forze politiche intorno al 7%: il Partito Socialista (PS 7,5%), i Verdi di Ecoloeige Europe Ecologie Les Vert (7%; variazione -0,5%) e Debout La France di Nicolas Dupont-Aignan (7%; variazione +0,5%).
Il più giovane leader francese dopo Napoleone, che ha compiuto 40 anni all’Eliseo, e il suo governo hanno lanciato una campagna denigratoria nei confronti del fronte populista europeo in vista del voto di fine maggio 2019 che potrebbe rivelarsi un boomerang.
Le Pen, un’euroscettica di primo pelo, spera di ripetere il successo incontrato nelle elezioni parlamentari europee del 2014, quando il suo partito aveva portato a casa il 25% dei voti. Il partito di Macron è alla sua prima partecipazione ma il deterioramento degli indici di gradimento della sua presidenza deve preoccupare anche perché ricorda da vicino quando accaduto ai suoi due predecessori Hollande e Sarkozy, che non sono stati confermati per un secondo mandato.
Christian Jacob del partito dei Repubblicani, che aveva già parlato di “deriva monarchica” del governo in carica, ha parlato a settembre di “un segnale di indebolimento senza precedenti del presidente della Repubblica”. “Emmanuel Macron si è schiantato contro il muro della realtà. Sta perdendo l’autorità verso la sua amministrazione che sa che tra qualche mese non sarà più dove si trova”.
Il potere di Macron sta svanendo e il governo sta perdendo alcuni di suoi uomini principali come Nicolas Hulot al dicastero dell’Ecologia e Gérard Collomb agli Interni. Le elezioni europee potrebbero dunque rovinare i piani di Macron e ridimensionare fortemente l’agenda politica del capo di Stato della seconda economia dell’Eurozona.