Queste, in estrema sintesi, le sanzioni che il dipartimento della Giustizia Usa ha chiesto vengano applicate nei confronti di Microsoft. Gli atti sono stati depositati presso il tribunale di Washington subito dopo la chiusura dei mercati finanziari.
– Bill Gates, in qualita’ di presidente, dovra’ formulare, d’intesa con il consiglio di amministrazione, una proposta su come riorganizzare Microsoft in due unita’ distinte.
– Una societa’ dovra’ occuparsi esclusivamente dei sistemi operativi (Windows), mentre nell’altra confluiranno tutti i programmi applicativi e le attivita’ Internet.
– La proposta dovra’ indicare la suddivisione dei brevetti e dei diritti di proprieta’ intellettuale.
– All’attuale consiglio di amministrazione e’ lasciata la decisione su quale delle due societa’ dovra’ conservare il nome Microsoft.
– Gates, insieme a tutti i consiglieri di amministrazione, potra’ conservare titoli azionari di una sola societa’, mentre i normali azionisti riceveranno i titoli di entrambe.
– La societa’ dei sistemi operativi dovra’ rendere pubblici i codici API, sequenze di istruzioni che permettono a Windows di dialogare con i programmi applicativi.
– Ogni nuova funzione che venga aggiunta a Windows dovra’ essere dotata di un comando in grado di disabilitarla e di renderla invisibile all’utente.
– Il desktop di Windows dovra’ essere configurabile in modo da poter includere funzioni e servizi di aziende concorrenti.
– I prezzi delle licenze d’uso di Windows dovranno essere uguali per tutti i produttori di personal computer.
Il giudice Thomas Jackson sembra deciso a pronunciare la sentenza di condanna in tempi brevi, forse entro il 24 maggio. Ma i legali di Microsoft hanno pronto il ricorso in appello.
Sino al giudizio definitivo, che potrebbe arrivare tra un paio d’anni, mettersi a calcolare il valore di mercato e gli utili potenziali delle due societa’, sarebbe un puro esercizio accademico.
Fra due anni, assicurano gli esperti, i nostri personal computer saranno reperti archeologici; se Microsoft controllera’ ancora gran parte del mondo informatico, non lo fara’ certo con il software che e’ stato esaminato in questo processo.
(vedi anche storia WSI
‘MICROSOFT: WALL STREET NON CREDE ALLA SCURE’)