Il Fondo monetario internazionale striglia l’Italia sui conti pubblici e boccia senza appello la riforma quota 100. Lo ha fatto ieri tramite il suo ultimo rapporto in cui l’istituto di Washington afferma che la crescita dell’Italia sarà pari a “circa l’1% nel 2018-2020” e poi diminuirà da allora in poi.
Più alta dei calcoli del governo anche la voce del deficit:
“Il deficit complessivo del 2019 è previsto al 2,75% del Pil. Per il 2020-2021 è stimato al 2,8-2,9% a meno che non ci sia ampio sostegno politico per attivare la clausola di salvaguardia sull’Iva o per trovare misure compensative” spiega il Fondo, che “si è però rivelata difficile da attuare in passato”.
L’organismo di Washington allunga quindi un’ombra sulla crescita, paventando il rischio di recessione che potrebbe derivare da livelli di debito troppo alti.
Nel documento, il Fondo stima che il debito pubblico italiano
“resterà intorno al 130% nei prossimi 3 anni” e mette in guardia da eventuali shock anche modesti, che “aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce. Questo potrebbe trasformare un rallentamento in una recessione”.
“È improbabile che l’ondata di pensionamenti creerebbe altrettanti posti di lavoro per i giovani”.