di Mohammed Kazmi (UBP) Portfolio Manager, Macro Strategist di Union Bancaire Privée – UBP

Legge di bilancio, occhi puntati sulla risposta della Commissione UE

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Il mercato sta anticipando la risposta al bilancio da parte della Commissione europea prevista per domani. Data la mancanza di concessioni da parte del governo nella sua riproposizione del bilancio, la maggior parte degli analisti prevede che potremmo assistere all’avvio della procedura per disavanzo eccessivo annunciata nei confronti dell’Italia.

Il nostro punto di vista è stato che con lo spread stabile intorno ai 300 punti base nell’ultimo mese, il governo è a suo agio con la situazione attuale, dato il continuo aumento del consenso della Lega. Solo se gli spread si allargassero notevolmente – gli stessi membri del governo hanno menzionato i 400 punti base – vedremmo una reazione e forse qualche concessione a livello della legge di bilancio da parte del governo.

Per ora rimaniamo in disparte e deteniamo pochissimo rischio italiano nei nostri fondi absolute return e siamo neutrali rispetto al rischio sovrano italiano nei nostri fondi con approccio benchmark, data la fluidità degli sviluppi ed essendo difficile riporre fiducia dell’attuale coalizione di governo considerata la sua mancanza di track record nel gestire l’economia in passato.

Vediamo anche il contesto di liquidità che continua a deteriorarsi poiché la Banca Centrale Europea non offre più così tanto supporto al mercato come una volta, mentre l’emissione di BTP è destinata ad aumentare l’anno prossimo a causa del più ampio deficit. Continuiamo a mantenere un rischio di credito crescente attraverso l’utilizzo degli indici CDS a causa della scarsa liquidità del mercato sottostante, con uno sbilanciamento a favore degli Stati Uniti rispetto all’esposizione creditizia europea, a causa dei rischi rappresentati in Europa da Brexit e Italia, nonché di una crescita che vediamo più debole.

Con la Brexit ancora irrisolta e le elezioni europee del maggio, crediamo ancora che né la Commissione, né gli italiani stiano cercando di innescare significative turbolenze di mercato, motivo per cui ci concentriamo sul tono della risposta della Commissione europea. Finora questi sono stati piuttosto aggressivi.

Nel breve termine il mercato ha anche rivolto la sua attenzione sui numeri della crescita nell’Eurozona, che sono stati preoccupanti anche a causa del declino dei valori PMI, dato che le guerre commerciali e il rallentamento della crescita cinese cominciano a danneggiare l’economia aperta della regione. Questo venerdì avremo le indagini PMI flash dell’Eurozona per il mese di novembre, che quindi saranno seguite da vicino.

Riteniamo che la BCE non avrà fretta di diventare più aggressiva, dato il rallentamento della crescita e l’aumento dei rischi, tra cui Brexit e l’Italia. L’inflazione rimane ancora contenuta anche nell’Eurozona, e quindi, mentre il board potrebbe chiudere gli acquisti come previsto alla fine di quest’anno, un aumento dei tassi è ancora lontano a nostro avviso.