Sì al dialogo con Bruxelles, ma l’impalcatura della manovra non si tocca. Questo in sintesi il pensiero del vicepremier Luigi Di Maio che, ieri, ospite di PiazzaPulita, su La7, ha assicurato che con Bruxelles ci sarà “dialogo a oltranza”. Nessun guerra, dunque, ma anche la convinzione che la manovra porterà i suoi effetti positivi sul Pil già a partire dai primi mesi del 2019.
Per Di Maio, la legge di bilancio comincerà già nei primi 3 mesi del prossimo anno ad avere effetti sulla crescita.
“Ci sono 2 cose che i mercati guardano con attenzione. La prima è come viene convertita la legge di bilancio. La seconda le questioni con l’Ue, che noi miriamo ad appianare”, prosegue riferendosi allo spread e all’azione del governo per calmierarlo. “Non ci deve essere il muro contro muro. Dialogo ad oltranza”, aggiunge.
Parlando delle tensioni con l’Ue, il vicepremier insiste:
“Credo vada spiegato bene che questo è un momento storico in cui si fa una manovra espansiva: 30 miliardi nelle tasche degli italiani e delle imprese”, così “l’Italia decolla”. All’Europa, dice Di Maio, “abbiamo detto: se non vi va bene cambiamo dei parametri”, come “sulle dismissioni di immobili“, o “sugli sprechi“, fronte su cui “non abbiamo finito tutte le istruttorie”.
Non è credibile la stima di crescita alla base della manovra?
“La nostra previsione di crescita è 1,5, la loro è 1,3, quindi quale è la differenza”.
Ma con lo spread che sale non è tradire gli italiani?
“È un tema che ci deve preoccupare, ma è insostenibile se resta così per molti mesi”. E “dopo le Europee cambia tutto in Europa, come hanno chiesto il cambiamento in Italia lo chiederanno gli europei”.
Banche in ripresa sui mercati dopo le parole di Di Maio
Sui mercati le parole di Di Maio fanno bene al settore bancario, particolarmente tartassato proprio per via dell’allargamento dello Spread di rendimento tra Italia e Germania. L’indice settoriale è tra i più positivi venerdì con un rialzo di quasi l’1%. Banco BPM, Unicredit e Intesa Sanpaolo scambiano in progresso di più di due punti percentuali.
Per quanto riguarda invece la riforma delle pensioni, la cosiddetta quota 100, Di Maio ha spiegato:
“Il potenziale di pensionamento è di 626.000. Vogliamo toglierne 100.000 che magari decidono di non usare quota 100, ne vogliamo togliere 150.000? Ebbene l’anno prossimo senza quota 100 andavano in pensione in 200.000. In questo modo ne vanno il doppio o anche il triplo”.
Poi torna sulle polemiche con il numero uno dell’Inps Tito Boeri, assicurando che resterà al suo posto fino alla fine del suo mandato:
“Se c’è un guardiano nel verificare le nostre misure siamo più garantiti: se non è d’accordo con noi ci dà numeri più oggettivi”, ha detto il vicepremier, confermando che “il presidente Boeri ha storicamente un rapporto conflittuale con i Governi, non solo con questo”, spiega. “Avrà finito il suo mandato tra pochi mesi poi potrà fare della sua vita quello che vuole”, ha concluso Di Maio che ha promesso: “Io non lo rimuoverò. Resta là fino alla fine del suo mandato”.