Economia

Governo apre a Bruxelles, possibile limatura del deficit

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Spiragli di luce nella trattativa tra Roma e Bruxelles sulla manovra. All’indomani della cena tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker arriva un’apertura dall’Italia alle richieste dell’Europa. Ed in particolare sul tetto del deficit, fissato dal governo italiano al 2,4%, principale terreno di scontro tra il governo italiano e la Commissione Ue.

Secondo quanto ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri in un’intervista al Messaggero, il governo potrà valutare un abbassamento del target fissato al 2,4% del deficit/Pil nel 2019. Secondo quanto riferito all’agenzia Reuters da una fonte governativa in vista del vertice di questa sera a Palazzo Chigi, si potrebbe scendere fino al 2-2,1%.

“Per salvaguardare la manovra ed evitare un incremento della turbolenza sui mercati, che può vanificare gli sforzi, si potrà valutare una piccola limatura” afferma Siri. “Toccherà al premier Conte, insieme a Salvini e Di Maio, decidere”.

Il sottosegretario leghista sottolinea tuttavia che certamente i fondamentali della manovra non cambieranno e che un’eventuale soluzione si deve trovare “senza però modificare i pilastri sui quali pensiamo si possa effettivamente invertire la rotta rispetto a questi anni in cui si è scelta la via dell’austerity”.

Che il tetto del deficit non sia inviolabile lo ha fatto capire anche il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, in un’intervista all’Adnkronos.

“Penso che nessuno sia attaccato a quello, se c’è una manovra che fa crescere il Paese può essere il 2,2, il 2.6… non è problema di decimali – sottolinea -, è un problema di serietà e concretezza” ha detto

Oggi è previsto un vertice a Palazzo Chigi sulla manovra tra Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i due vicepremier, Di Maio e Salvini.

“Noi faremo di tutto per applicare buon senso e ragionevolezza” nella trattativa con Bruxelles sulla manovra, “non vogliamo litigare con nessuno ma chiediamo solo di poter fare quello che gli italiani ci chiedono”.

Parlando dello spread, Salvini si dice convinto che è schizzato

“da quando è nato il governo, non c’entra la manovra, il deficit, il debito. C’è da parte di un certo mondo finanziario, limitato – osserva -, un’ostilità a questo governo che speriamo passi. Non è dettata dai numeri, è un giudizio politico”.

Una conferma arriva infine sulla riforma della legge Fornero, la cosidetta ‘quota 100’, non slitterà.

“Io credo che già da febbraio i primi italiani possano usufruirne. E dico febbraio perché se la manovra l’approvi entro fine dicembre ci vuole il tempo tecnico di far partire la macchina”.

La riforma della Fornero, indica inoltre il vicepremier, libererà “posti di lavoro, dunque si crea maggior ricchezza e maggior lavoro”.

Infine sul reddito di cittadinanza, Salvini ribadisce che “l’importante è legare la misura al mondo del lavoro, assolutamente al reingresso nel mondo del lavoro. Il reddito di cittadinanza si potrebbe anche legare direttamente alle imprese: ci sono allo studio diverse opzioni”, spiega il ministro dell’Interno