Un mese all’insegna delle manifestazioni quello di dicembre che inizierà il 3 a Torino con i consigli generali dell’associazionismo di impresa, il 13 a Milano gli artigiani del Nord Italia e poi nei giorni successivi a Verona le forze produttive locali. A dimostrare forte preoccupazione per le scelte del governo giallo-verde non solo Confindustria, che tramite il suo presidente Vincenzo Boccia in più occasioni ha puntato il dito contro la manovra ma anche i tanti imprenditori del Nord-Est.
Agli scioperi si aggiungono anche altre forme di protesta come la petizione popolare lanciata da Federmeccanica che chiedono al governo interventi sulle infrastrutture alla formazione 4.0, fisco e nuove regole del lavoro, che messe tutte insieme, come scrive il CorSera si prestano ad essere catalogate come una sorta di programma del partito del Pil. Il principale oppositore sono i Cinque Stelle che hanno come obiettivi un mercato del lavoro rigido, lo stop alle grandi opere, statalismo e reddito di cittadinanza che contraddicono le più radicate convinzioni di industriali e artigiani, mentre con la Lega il rapporto è forte e ciò rischia di diventare una nuova ennesima grana all’interno della maggioranza.
Il partito del Pil rischia di perdere la bussola. Gli imprenditori già devono fare i conti con un’economia più difficile e competitiva del pre-2008, vedono che i successi sono legati alla maggiore integrazione nelle grandi catene del valore internazionali e si trovano davanti un governo che vanta un orientamento autarchico e si fa bello del conflitto con l’ Europa.