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TOKYO METTE IL TURBO, E L’EUROPA DORME

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Mentre in Italia si discetta di piccole variazioni nelle spese e nelle entrate, per riuscire a star dentro le regole di Maastricht e nello stesso tempo rilanciare l’economia, nel quadro stagnante di un’Europa che recita, con varianti, la stessa commedia, una notizia potrebbe sconvolgere il quadro.

La seconda potenza industriale del mondo, quel Giappone che è stato, per lungo tempo in stagnazione, sembra ora stia per diventare nel 2003 il paese sviluppato a più alta crescita. Gli ultimi dati proiettano l’aumento del suo prodotto interno lordo (Pil) verso il 3,9 per cento.

Il risveglio è cominciato nel secondo trimestre 2003. Inizialmente pareva che si trattasse di un più 0,6 per cento in tre mesi, pari al 2,4 per cento su base annua. A posteriori, il recupero del periodo aprile-giugno sembra essere stato dell’1 per cento. Ciò corrisponde a un aumento del Pil del 4 per cento su base annua. Di qui la stima di un aumento del 3,9 per il 2003, tenendo conto dell’andamento più contenuto del primo trimestre.

Spesso nel passato in Giappone vi sono state fiammate di ripresa che poi non si sono consolidate, e il paese è ricaduto nel ristagno. Questa volta, però, le dimensioni del recupero sono molto rilevanti e non coinvolgono in prevalenza i consumi, ma in primo luogo il settore degli investimenti delle imprese.

Ciò significa che le compagnie giapponesi hanno esaurito gli esuberi di capacità produttiva non utilizzata e, pertanto, potrebbe avviarsi un nuovo ciclo economico. Lo yen debole aiuta l’export giapponese nell’area del dollaro e dell’euro. Questa è un’incognita, in quanto il Giappone ha già una bilancia commerciale attiva e mantiene il cambio basso con operazioni artificiali della Banca centrale, che non sembra possano durare a lungo.

Ma se la base della ripresa di Tokyo è nella convenienza delle grandi compagnie giapponesi a investire e nella ritrovata capacità del sistema bancario di finanziare le piccole e medie imprese, la modifica del cambio dello yen non impedirà al Giappone di imboccare un ciclo di espansione duraturo. In Europa, di questo non ci si occupa. Se la locomotiva Giappone riparte, tutti i calcoli dovranno essere rifatti. Non solo in Italia.

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