Reddito di cittadinanza sparisce da manovra. Siri: “Risorse a formazione aziendale”
Nulla di tutto questo è presente nella manovra, nei termini in cui era stato presentato in campagna elettorale”.
Così l’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda intervenuto a Mezz’Ora in Più, il programma di Lucia Annunziata, riferendosi al reddito di cittadinanza. Al momento, nella legge di Bilancio 2019 del reddito non v’è traccia.
Nel pacchetto degli emendamenti presentati dal governo in Commissione bilancio alla Camera, emendamenti resi necessari a seguito della trattativa con Bruxelles, del cavallo di battaglia dei Cinque Stelle non se ne parla. Il testo del disegno di legge prevede allo stato attuale le risorse per coprire la misura, circa 9 nove miliardi di euro, mentre tutto il resto è ancora da definire. Nelle modifiche si parla di rafforzamento dell’organico dei centri per l’impiego, che come ribadito più volte da Luigi Di Maio, è il primo tassello per attuare il reddito di cittadinanza. Con uno degli emendamenti alla manovra dei relatori Raphael Raduzzi (M5S) e Silvana Comaroli (Lega) le Regioni difatti vengono autorizzate ad operare fino a 4mila assunzioni da destinare ai Centri per l’impiego, con un costo totale di 120 milioni di euro per il 2019 e 160 milioni di euro l’anno dal 2020. Ma per il resto non si sa nulla.
Fanno discutere però le parole del sottosegretario leghista Armando Siri al Corriere della Sera:
“Bisogna destinare le risorse ai beneficiari tramite la formazione aziendale. Aggiungo che in attesa della riforma dei centri per l’impiego si potrebbe coinvolgere l’Inps per incrociare beneficiari e imprese che si offrono di erogare la formazione. I centri per l’impiego al momento non sono pronti mentre l’Inps già oggi eroga il Reddito di inclusione (Rei), ha le liste degli aventi diritto”.