Economia

Governo pensa a reddito di cittadinanza più leggero

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Il reddito di cittadinanza, misura chiave della manovra proposta dal M5S, potrebbe essere “più leggero” ed erogato per un periodo più breve rispetto alle prime indicazioni arrivate dal governo. È questo secondo il quotidiano il Messaggero uno degli aggiustamenti su cui sta lavorando il governo per evitare la procedura di infrazione del debito e ottenere così il disco verde da Bruxelles sulla manovra 2019.

“Sul tavolo ci sarebbero ancora diverse ipotesi, ma alcune scelte sarebbero ormai maturate. Il Reddito, per esempio, verrebbe corrisposto agli aventi diritto per 18 mesi. Al termine di questi verrebbe effettuata una verifica se i requisiti che hanno portato alla concessione del beneficio sussistono ancora. Questo check up comporterebbe uno stop di tre mesi all’erogazione dell’assegno che, nel caso in cui il beneficiario ne avesse ancora diritto, potrebbe essere riconfermato al massimo per altri 12 mesi. Questo sistema permetterebbe di ridurre l’impatto della misura di circa un miliardo di euro l’anno” si legge in un articolo pubblicato oggi dal quotidiano romano.

Anche sui requisiti per l’accesso al sussidio le cose potrebbero cambiare rispetto alle prime bozze:

Affianco al requisito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), fissato a 9.360 euro, verrebbe introdotto anche l’Isre, l’indicatore della situazione reddituale equivalente, che tiene conto solo dei redditi e non anche del patrimonio mobiliare e immobiliare. Nelle prime bozze era previsto anche che il Reddito sarebbe stato pagato anche ai possessori di una seconda casa del valore massimo di 30 mila euro. Si starebbe invece ragionando della possibilità di escludere coloro che sono possessori di un secondo immobile a prescindere dal valore”.

Ma non solo. “Sul tavolo ci sarebbe la proposta di ridurre da 10 mila a 5 mila euro la giacenza massima sul conto corrente” mentre l’ammontare dell’assegno a seconda della composizione del nucleo familiare potrebbe essere più basso rispetto alla base di partenza (single in condizioni di povertà): dai 780 euro si passerebbe a circa 500 euro.

“Nel complesso, grazie all’avvio ritardato (aprile-maggio), allo stop di tre mesi dell’assegno e agli altri paletti, anche sul Reddito si riuscirebbero a risparmiare circa 2 miliardi”.