La fine delle ostilità sul fronte commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe essere a rischio. Ad allungare un ombra sulla recente tregua tra i due paesi è arrivata la notizia dell’arresto in Canada della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou.
L’alto dirigente del colosso cinese della telefonia, figlia del fondatore dell’azienda, è stata arrestata in base a un mandato degli Stati Uniti, che hanno chiesto l’estradizione ha annunciato il ministro della giustizia canadese.
Anche se i rumors non sono stati confermati, dietro l’arresto, ci sarebbero presunte violazioni delle sanzioni americane verso l’Iran da parte del gigante hi tech cinese. Il Wall Street Journal ha riferito ad aprile che le autorità statunitensi avevano aperto un’indagine su presunte violazioni delle sanzioni iraniane da parte di Huawei.
L’arresto rischia di scatenare una crisi diplomatica fra Cina e Canada, ma anche fra Cina e Stati Uniti. La reazione di Pechino è stata infatti molto dura appena appresa la notizia: attraverso l’ambasciata ad Ottawa ha chiesto il “rilascio” immediato della “cittadina cinese” parlando di “violazione dei diritti umani della vittima”.
Le attività di Huawei negli Stati Uniti sono state strettamente limitate dalle preoccupazioni che possano indebolire i concorrenti statunitensi e che i suoi telefoni cellulari e le apparecchiature di rete, ampiamente utilizzate in altri paesi, forniscano a Pechino vie di spionaggio.
Nonostante sia stato in parte escluso dal mercato degli Stati Uniti, Huawei ha superato Apple per diventare il secondo produttore mondiale di smartphone nel secondo trimestre di quest’anno subito dietro al leader mondiale Samsung.
I mercati reagiscono male alla notizia, con la Borsa di Londra che cede anche l’1,5% – ai minimi di due Ann – dopo un’ora di contrattazioni.