Nonostante il pressing del presidente Usa, Donald Trump, che vuole mantenere basso il prezzo del petrolio, l’Opec e la Russia dovrebbero annunciare tra oggi e domani un taglio alla produzione con l’obiettivo di dare una sferzata ai prezzi.
Si tratterà tuttavia di un taglio inferiore alle stime alla luce delle dichiarazioni di questa mattina del ministro per l’energia dell’Arabia Saudita, che ha dichiarato che un taglio di 1 milione di barili al giorno potrebbe essere sufficiente.
Si tratta di un livello inferiore a quello che il paese aveva indicato in precedenza (1,3 milioni di barili al giorno) e a quello delle stime del mercato petrolifero, che si aspettava una riduzione dell’offerta di circa 1,2 milioni a 1,4 milioni di barili al giorno.
La notizia ha alimentato le vendite mandando giù del 3% il valore del Wti e del Brent che già viaggiano su livelli che non si vedevano dalla crisi finanziaria.
I prezzi del petrolio hanno infatti subito un crollo intorno al 30% negli ultimi due mesi, aumentando la pressione sui bilanci nei paesi esportatori di petrolio: Il WTI ora si muove intorno ai $ 53 al barile, in calo da un massimo dai $ 76 di inizio di ottobre. Il greggio Brent è precipitato a $ 62 dagli $ 86.
L’Agenzia internazionale per l’energia ha avvertito il mese scorso che l’offerta dovrebbe superare la domanda fino al 2019. Nel suo rapporto sul mercato di novembre, l’OPEC ha dichiarato che la domanda per il petrolio del prossimo anno si attesterà intorno a 1,1 milioni di barili al giorno in meno rispetto al 2018 e 1,4 milioni al di sotto dell’attuale produzione delle’OPEC.
Come anticipato, l’approccio dell’Arabia Saudita alla riunione di questa settimana è stato complicato da un intenso pressing da parte del presidente Donald Trump.
“Speriamo che l’OPEC mantenga la produzione di petrolio ai livelli attuali,”, ha scritto qualche giorno fa Trump su Twitter. “Il mondo non vuole vedere e non ha bisogno di un prezzo del petrolio più alto!”.