Chiave di volta per far sì che l’Italia ritrovi la crescita perduta è l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Se oggi le imprese italiane che esportano sono il 29% contro il 50% di altri Paesi, il futuro sono i mercati esteri lontani, ad elevato potenziale commerciale.
Dal canto loro spetta alle imprese fare in modo che le esportazioni siano strutturate al fine di creare valore (fatturato e posti di lavoro) e si dotino delle risorse necessarie per penetrare i mercati adeguandosi alle richieste in atto nel mondo del commercio (nuovi e diversi modi di vendita e servizi, settori e marchi insieme). Come risolvere in modalità strutturale la crescita sostenibile delle PMI manifatturiere italiane?
Una soluzione la suggerisce l’economista Angelo Iasselli e passa da Macro Agenzia Export, società indipendente ed autofinanziata, partecipata pariteticamente da numerose Imprese che hanno volontà di crescere” e che sono dotate della “capacità produttiva ‘Made in Italy'”, però non hanno le risorse per presidiare i mercati a maggiore potenziale commerciale.
“L’Agenzia, che opera per risultati e su macro-numeri, ha per oggetto l’esportazione dei prodotti delle imprese partecipanti nei Paesi dove le stesse non sono presenti ed il supporto nei mercati esteri attraverso la collaborazione con importanti aziende commerciali estere.
“Essa è residuale rispetto alla programmazione di ciascuna azienda: promuove l’export dei singoli prodotti con etichette originali; sviluppo del prodotto e produzione restano nella competenza delle singole imprese. L’Agenzia è sostenuta da una percentuale sul fatturato; gli utili sono distribuiti in relazione alla percentuale di fatturato di ciascun socio”.