Fari del mercato accesi sulla riunione del consiglio direttivo della Bce, che si conclude oggi pomeriggio a Francoforte con la consueta conferenza stampa del governatore Mario Draghi. Una conferenza che si preannuncia ricca di contenuti ed elementi di novità.
Quello che appare scontato, è la conferma della fine degli acquisti netti di attività allo scadere dell’anno, ovvero il perno del programma di quantitative easing che ha portato all’acquisto di titoli per oltre 2600 miliardi di euro dal suo inizio nel marzo del 2015.
E proprio sulle conseguenze della fine del QE sull’economia italiana, Claudio Grass, consulente finanziario, scrive nel suo blog:
“L’ultima volta che l’Italia si è trovata vicino alla bancarotta, è stata salvata dalla decisione della BCE di lanciarsi in un decennio di politica monetaria espansiva e massicci acquisti di titoli di stato. Ora la BCE è ora pronta a fermare e invertire le misure che hanno facilitato questo ambiente favorevole che ha sostenuto l’intera economia europea dopo l’ultima recessione. Questo potrebbe rivelarsi catastrofico per l’Italia per via dell’aumento dei tassi di interesse per il rimborso del debito, finendo per incidere sui principali programmi di spesa del governo. Senza un sostegno esterno, sistemico e ampio, il paese è destinato a lottare pesantemente nei prossimi anni”.
Tornando alla riunione di oggi, per gli esperti appare altrettanto certo, che verrà confermata l’intenzione di continuare a reinvestire il capitale rimborsato sui titoli giunti a scadenza a lungo dopo la fine del Qe “e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.
A questo proposito, gli investitori guarderanno con grande attenzione alla possibilità che il consiglio direttivo decida (come avvenuto negli Usa) di avviare un’operazione “twist”, in virtù della quale si acquisterebbero titoli a lunga scadenza anziché a breve in modo da continuare a fornire un supporto duraturo ai titoli emessi da governi e aziende.
Infine l’ultimo elemento centrale del comunicato sarà dedicato alla forward guidance sui tassi, che secondo la formula introdotta a giugno nel vertice di Riga rimarranno sui livelli attuali “almeno fino all’estate 2019”.