Il governo federale degli Stati Uniti si sta avvicinando pericolosamente alla suo terzo shutdown da quando il presidente Donald Trump è entrato in carica. E l’inquilino della casa Bianca, Trump, stando alle ultime notizie, non sembra preoccupato. Anzi, solo due giorni fa, durante un incontro con i democratici, ha minacciato il blocco di tutte le attività governative non essenziali, se non si dovesse trovare un accordo per costruire il muro col Messico.
L’anno fiscale federale è iniziato il primo ottobre, ma dal momento che il Congresso non ha finanziato tutti i dipartimenti e le agenzie, i legislatori hanno approvato una legge di finanziamento a breve termine a fine settembre per dare loro il tempo di finire il lavoro. La legge a breve termine è scaduta a mezzanotte il 7 dicembre, ma dopo la morte dell’ex presidente Bush – che ha portato a una giornata nazionale di lutto e funerali di stato – il Congresso e Trump hanno concordato di estendere la scadenza al 21 dicembre.
Se i legislatori non approveranno una nuova legge di rifinanziamento prima di quel giorno, alcune agenzie governative non avranno più i finanziamenti necessari per continuare a operare e saranno costrette a chiudere i battenti.
Ciò lascia al Congresso poche opzioni: passare tutti e sette i conti di spesa restanti entro la prossima settimana, che è un compito arduo. Approvare un’altra legge di spesa a breve termine per acquistare più tempo.
Tutto questo succede mentre il deficit federale ha aggiornato un nuovo livello record a novembre, pari a quasi 205 miliardi di dollari. Il peggioramento del dato è dovuto a un calendario diverso di determinati pagamenti, senza i quali il deficit sarebbe cresciuto di 20 miliardi e non di 66,4 miliardi rispetto al buco registrato nello stesso mese del 2017.
Come spiegato dal Tesoro Usa, il primo dicembre è stato un sabato, quindi i pagamenti che sarebbero coincisi con quel giorno sono stati anticipati al 30 novembre.
Nei primi due mesi dell’anno fiscale 2019, il deficit è arrivato a quota 305,4 miliardi di dollari, il 51,4% in più sullo stesso periodo dello scorso anno. Nei due mesi, le entrate nelle casse federali sono salite solo del 3%, complici i tagli delle aliquote fiscali per persone e aziende; i dazi imposti dall’amministrazione Trump hanno tuttavia controbilanciato in parte il taglio delle tasse.
Nei 12 mesi finiti a novembre, il deficit è stato pari a 882,6 miliardi di dollari, pari al 4,3% del Pil. Bisogna tornare al maggio 2013 per avere un deficit/Pil di quel valore percentuale. Si stima che nell’anno fiscale in corso, il deficit federale raggiunga i mille miliardi di dollari.