È una corsa contro il tempo per il salvataggio di Banca Carige. Salvataggio che potrebbe eventualmente non richiedere un aumento di capitale.
“Se troviamo in fretta un partner bancario o se riusciamo a riorganizzare in modo più efficiente la struttura del gruppo, potrebbe non esserci più necessità. Tutte le strade restano aperte, l’importante è fare presto” ha detto il commissario straordinario, Raffaele Lener, in un’intervista ad ‘A&F’ de La Repubblica, specificando che bisogna negoziare con la Consob per arrivare alla riapertura delle contrattazioni del titolo, tuttora sospeso in Borsa.
“Non c’è motivo di escludere che, superate le turbolenze iniziali, i titoli vengano riammessi alla negoziazione, quanto meno le obbligazioni, perché le informazioni che la banca è in grado di offrire al mercato sono sufficienti a consentire la ripresa”.
Intanto, la settimana odierna si apre con una serie di incontri finalizzati al salvataggio della banca ligure. Si parte dal meeting con il Fondo interbancario, con i commissari pronti a chiedere la revisione delle condizioni del prestito subordinato da 320 milioni di euro sottoscritto a fine novembre.
Secondo la stampa, al centro della discussione potrebbe esserci la richiesta di uno sconto sul tasso del 16%, salito dopo lo stop all’aumento di capitale da 400 milioni di euro per via delle perplessità della famiglia Malacalza.
Sul fronte NPL, invece, si guarda a Sga, società interamente controllata dal Mef. Secondo indiscrezioni stampa ci sarebbero dei contatti preliminari per la cessione dei crediti deteriorati della banca ligure, un pacchetto di 2,8 miliardi di Non Performing Loan.
Tra le varie ipotesi di salvataggio spunta anche la ricerca di nuovi partner, con la stampa che ripropone il nome di MPS.