Anche il governo del cambiamento alla fine è intervenuto a sostegno di una banca, e nella fattispecie di Banca Carige. E lo farà utilizzando i fondi del cosiddetto ‘decreto salvabanche’ de governo precedente, a guida PD che aveva come premier Paolo Gentiloni.
Ieri sera l’esecutivo giallo verde ha approvato “un decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all’Amministrazione Straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria”.
Lo ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine di un consiglio dei Ministri lampo nel corso del quale è stato varato il decreto legge a tutela del risparmio e dei risparmiatori italiani. Le misure, si legge in una nota, sono state prese “in stretto raccordo con le Istituzioni Comunitarie, tali garanzie saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato”.
Entrando nel dettaglio delle misure, spicca la possibilità per Carige “di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità che consistono nella concessione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia”. Tali garanzie “saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato”.
Prevista inoltre una possibile ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale. “In considerazione degli esiti del recente esercizio di stress cui la banca è stata sottoposta, viene prevista la possibilità per Carige di accedere -attraverso una richiesta specifica – a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili (cosiddetti scenari avversi dello stress test)”.
La prima misura ricalca quella, varata a suo tempo, a favore della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e assicura in prospettiva l’attività di funding della banca genovese mentre la seconda, che non è detto si concretizzi, riecheggia il salvataggio di Mps, realizzato dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi, attraverso il quale il Tesoro è diventato il maggior azionista dell’istituto senese.
Il decreto Carige approvato dal Cdm, si legge infine nel comunicato al termine del Cdm, “in linea di continuità con il provvedimento di amministrazione straordinaria recentemente adottato dalla Bce“, mira a consentire ai commissari “iniziative utili per preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale già avviato con l’intervento del Fondo Interbancario dei Depositi, proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un’operazione di aggregazione che consenta il rilancio della banca, a beneficio della clientela”.
“Stasera, durante il Consiglio dei ministri, abbiamo approvato il decreto che tutela i risparmi dei cittadini che hanno scelto la banca Carige” ha commentato in una nota il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio. “Le banche italiane – aggiunge – pagano il prezzo di un sistema di vigilanza della Bce che va dotato di strumenti rafforzati di controllo e di intervento. Saremo sempre dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti, sempre”.